Barrette proteiche e dolci senza zucchero aggiunto, attenzione all'eritritolo

Barrette proteiche senza zucchero aggiunto. Se invece è l’eritritolo il problema

6 Marzo 2023 - di Silvia_Di_Pasquale

Le barrette proteiche senza zuccheri aggiunti, così come i biscotti o i cornetti, sono entrati a far parte della dieta di milioni di persone, soprattutto sportivi. Il fatto che tali alimenti siano privi dello zucchero bianco o di quello di canna, non significa che siano da considerarsi salutari. Restano cibi ultra processati, così come lo sono gli hamburger vegetali confezionati, ovvero alimenti che gli studi collegano, a fronte di un consumo costante, a un aumentato rischio di cancro, soprattutto quello del colon-retto.

E’ abbastanza raro trovare prodotti “senza zuccheri aggiunti”, che siano fatti anche senza dolcificanti artificiali. Gli effetti di questi ultimi sulla salute non sono ancora ben noti, ma un recente studio ha messo in guardia dall’eritritolo. Si tratta di un polialcol ottenuto dalla fermentazione del mais che grazie alle sue caratteristiche (non viene digerito dall’organismo e quindi ha effetti quasi nulli sulla glicemia e pochissime calorie) si è molto diffuso negli ultimi anni.

Proprio l’eritritolo potrebbe essere associato a un aumento non irrilevante del rischio di infarto e ictus, a dosi del tutto normali. Lo suggerisce una ricerca pubblicata su Nature Medicine, che va comunque presa con le pinze, perché i risultati potrebbero presentare alcune distorsioni. Le conclusioni vanno inoltre confermate da ulteriori ricerche.

Come è stato svolto lo studio sull’eritritolo.

I ricercatori hanno inizialmente seguito un campione di oltre 1.100 persone, cercando in loro marcatori di rischio cardio e cerebrovascolare. Gli studiosi hanno visto che tra tutte spiccava una sostanza: l’eritritolo. Hanno ripetuto il dosaggio in un altro campione di 2.100 persone residenti negli Stati Uniti, poi in un terzo di circa 850 europei. E’ emerso lo stesso risultato. Coloro che avevano concentrazioni  più alte di eritritolo mostrava un rischio doppio rispetto a chi le aveva più basse.

I ricercatori hanno poi dimostrato in laboratorio che l’eritritolo aumenta sensibilmente l’aggregazione delle piastrine, un’azione centrale nella formazione dei trombi che possono portare all’infarto o all’ictus. Successivamente, gli studiosi hanno somministrato 30 grammi del dolcificante a otto persone e hanno dimostrato che il polialcol persiste a lungo nell’organismo. Per questo secondo gli autori sarebbe meglio astenersi dal consumare eritritolo, a maggior ragione se si è già esposti a rischi cardio o cerebrovascolari.

I dubbi sullo studio americano.

Il Fatto Alimentare, sito che si occupa da anni di sicurezza alimentare, cita un ulteriore articolo pubblicato su Stat, che invita alla cautela rispetto ai risultati della ricerca americana. Si parte da un concetto: non è possibile escludere che l’innalzamento dei livelli di eritritolo sia una conseguenza delle condizioni che causano le malattie cardiovascolari (come il sovrappeso) e che non ne siano la causa. Per ora, le prove sono solo su un aumento in persone già a rischio. “Sarebbe meglio verificare gli effetti dell’eritritolo su altri indicatori di rischio certi come il colesterolo”, si legge sul FA. Abbandonare l’eritritolo non sarebbe la mossa giusta. “Suggerire di tornare al saccarosio abbandonando l’eritritolo sarebbe un azzardo, oltreché prematuro, perché il saccarosio è certamente associato a un aumento di peso e quindi del rischio”, specifica il Fatto Alimentare.