In Ue solo il 29% aziende agricole è gestito da donne, ma l'Italia traina

In Ue solo il 29% delle aziende agricole è gestito da donne, ma l’Italia traina

29 Novembre 2022 - di Silvia_Di_Pasquale

Nell’Unione Europea solo il 29% delle aziende agricole è gestito da donne. In Italia, la percentuale sale però al 31,5%. E’ quanto emerge dagli ultimi dati Eurostat. Il nostro Paese ha quindi un posto di primo piano tra le nazioni più sviluppate del continente per quanto riguarda la presenza di imprenditoria femminile. Siamo al quarto posto in Europa, dopo i Paesi Baltici e la Romania.  Un ottimo posizionamento.

Il paradosso è che altri Paesi ad alto reddito come Germania, Danimarca, Paesi Bassi vedono meno del 10% delle aziende agricole gestite al femminile. Non è però una realtà per giovani. L’82% delle donne che lavorano in agricoltura ha più di 50 anni, mentre nella stessa fascia d’età si colloca una percentuale appena minore di uomini, il 78,3%. Negli ultimi dieci anni si sono perse il 28% delle imprese agricole gestite da una donna e il 31% di quelle condotte da uomini.

Questo il quadro emerso lo scorso 17 novembre dall’evento ‘Agricoltura, sostantivo femminile’ organizzato all’area convegnistica museale di Terni, Caos, organizzato dal gruppo Socialists&Democrats del Parlamento europeo. E da Terni è arrivato l’appello della commissaria Europea all’Eguaglianza Helena Dalli: “Colmare il gap di genere, specie nelle aree rurali”, ha detto in un videomessaggio. Mentre l’europarlamentare umbra Camilla Laureti ha sottolineato che per “chiudere il gender gap servono canali di accesso privilegiati di accesso al credito”.

Sono intervenuti anche l’europarlamentare Paolo De Castro, collegato da Bruxelles, la presidente di Slow Food Italia Barbara Nappini, la segretaria Flai-Cgil nazionale Tina Balì, Anna Federici del Consiglio direttivo Coldiretti Bio, la presidente di FederBio Maria Grazia Mammuccini e il vicepresidente della Cia-Agricoltori Italiani, Matteo Bartolini. L’Europarlamentare in Commissione Agricoltura Isabel Carvalhais ha annunciato il voto nella sessione plenaria di dicembre del Report sulle aree rurali, di cui è relatrice, in cui si chiede di promuovere l’inclusione delle donne in agricoltura.

Agricoltura: arriva lo sharing dei macchinari innovativi. Difficoltà di accesso al credito per le donne in agricoltura. E per fermare il declino e l’allontanamento dalle aree rurali, oltre agli strumenti tradizionali, occorre “lanciare e sostenere strumenti creativi di innovazione tecnologica” e introdurre processi di intelligenza artificiale, macchinari e trattori che non usano la benzina ma biocombustibili, energie rinnovabili di ultima generazione.

“Ma nessuna piccola azienda delle aree interne italiane ha le risorse per accedere a questi strumenti: per questo ci impegneremo per avviare nuove forme di sharing delle tecnologie e dei macchinari innovativi”, ha detto Camilla Laureti (Europarlamentare S&D). Non solo cooperative e consorzi, “ma anche vere e proprie ‘comunità dell’innovazione che possano condividere le tecnologie necessarie per la sostenibilità economica e ambientale delle aziende agricole”. “Sono due gli obiettivi che vogliamo raggiungere in questo scorcio di legislatura europea”, dice ancora l’europarlamentare umbra.

“Prima di tutto – ha aggiunto Laureti – un canale privilegiato di accesso al credito per le donne che rilevano e gestiscono un’azienda agricola, particolarmente se si trova in aree interne e se si sceglie la strada dell’agroecologia e del biologico. In secondo luogo, vogliamo lanciare e sostenere strumenti creativi di innovazione tecnologica. Agricolture di punta come il biologico hanno maggior bisogno di tecnologie avanzate: si deve passare da regole uguali per tutti, come quelle che finora hanno spinto verso l’uso eccessivo di prodotti chimici nei campi, a trattamenti che tengano conto delle caratteristiche specifiche dei terreni, delle condizioni meteorologiche e geografiche”. (FONTE ANSA). Foto di ruthieprasil da Pixabay.

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