Juan Carlos e Corinne

La Spagna condanna Juan Carlos, mentre Corinne…

19 Aprile 2012 - di Claudia Montanari

MADRID – In Spagna già la chiamano “l’altra regina” e la Germania, diciamolo, un pochino ci “sguazza”. Corinne Larson, diventata contessa per merito del titolo acquisito grazie al suo secondo matrimonio (finito) con il principe tedesco Casimir zu Sayn-Wittgenstein, è ormai da 4 anni la fedele compagna del sovrano spagnolo Juan Carlos accompagnandolo anche nei viaggi.

C’era anche quando, durante l’ultimo viaggio, quello per cui la Spagna intera si è rivoltata alla notizia che il caro Juan Carlos, in barba al momento peggiore della crisi del Paese, se ne è andato a caccia di elefanti in quel del Botswana.

Insomma, sembra proprio che il destino sia davvero beffardo: da una parte un reale spagnolo, nel Paese in cui la monarchia è più di un’istituzione, l’uomo dalle 1500 presunte amanti e colui che proprio non riesce a dare -dice il popolo spagnolo- segni di responsabilità. Dall’altra la contessina tedesca, amata dalla Germania -Paese che di certo di crisi non ne vuole proprio sentir parlare e che corre, corre e sogna aristocratiche scalate dinastiche- acclamata dal Paese che, si sa, è solito spargere corone in giro.

Per il popolo tedesco la “scalata” della nobile-per-acquisizione ha il sapore del passato glorioso, quando i Sayn und Wittgenstein in Hohenstein furono ammessi al collegio dei principi all’inizio dell’Ottocento con i titoli di von Sayn und Wittgenstein zu Wittgenstein con voto alla dieta nel banco dei conti di Wetterau.

Gli spagnoli hanno invece apprezzato meno la frivola “scampagnata” del re, e l’aria che gira da tempo, si sa, è burrascosa. E non basta l’aria triste e contrita di Juan Carlos mentre chiede scusa per l’ennesima “marachella” che gli è costata un’anca rotta per non far scaldare gli animi spagnoli, già calienti di loro. Che il popolo gridi all’abdicazione, è cosa nota già da un po’.

Ed è che plausibile che i “sudditi” spagnoli ce l’abbiano un po’ con il reale, in fondo, la vacanza del re Juan Carlos è costata 35 mila euro, lo stipendio annuo di due operai spagnoli, sempre che con la disoccupazione dilagante i due ipotetici operai non facciano parte dei 1.250 licenziati ogni giorno. Poi il re si è provato a giustificare, spegando che la vacanza non se l’è pagata da solo. Sembra infatti ci sia lo “zampino” del milionario siriano Mohamed Eyad Kayali, vicino alla famiglia saudita. Un regalo che arriva proprio mentre il real genero Inaki Urdangarin è accusato di corruzione e di appropriazione di 15 milioni di euro del denaro pubblico.

Mettiamoci anche che la contessina sempre più presente affianco a Juan Carlos è presagio di voci sempre più forti della sua ennesima infedeltà alla regina, ecco che la voce che corre, secondo cui il popolo spagnolo vorrebbe l’abdicazione del re a favore del figlio Felipe si fa sempre più forte.

Una storia che, per motivi indubbiamente diversi, suona familiare anche ad un’alta famiglia reale con la R maiuscola, niente meno che la Windsor inglese, in cui già da tempo i rotocalchi vociferano sempre più forte la volontà da parte del popolo in questione di “scalzare” il futuro erede al trono (ironia della sorte) principe Carlo a favore dei (loro si) fedeli consorti, il figlio William e Catherine Middleton.