Inviti a matrimoni, come mi vesto? Piaga di primavera

7 Gennaio 2014 - di Claudia Montanari

È  impossibile da credere, eppure il 2014 è appena iniziato e la gente già si sposa. Come se dormire a 4 di bastoni in un letto tutto tuo fosse il male. Come se la lavatrice, a lavare solamente i tuoi panni, si offendesse. Come se il lavandino, a star lì senza  senza tazza della colazione incrostata di biscotti, soffrisse di abbandono.

Insomma, il matrimonio è l’unica via di salvezza per la solitudine domestica. Così, la gente si sposa e ogni anno a chi tocca arrovellarsi il cervello per trovare qualcosa che ci stia bene addosso? A noi.

Nonostante l’invito ad un matrimonio spesso ci renda più nervose della sposa stessa, dobbiamo tenere a mente che, ringraziando il cielo, esistono delle regole “base” che dovremmo seguire sempre. Non cadono in prescrizione e sono sempre valide. Questo ci aiuta nella scelta di un abito adatto molto più di quanto immaginiamo.

La punta di diamante, la regola delle regole, quella che conoscono pure i sassi, è ovviamente NO al BIANCO. C’è poco da dire: di bianco ci si veste la sposa. Ciò non vuol dire che questo non colore sia bandito. Un accessorio o un particolare, se di colore bianco, non farà certo credere agli invitati che la sposa siamo noi. Quello che è categoricamente vietato è indossare un abito bianco corto, lungo, di pizzo o di lino che sia. Nemmeno se è in ciniglia bio della papuania va bene. Non so,  a questo punto mettiamoci pure una scarpa bianca e un velo in testa già che ci siamo, no?

Altro sentito NO al TOTAL BLACK. E non tanto per i soliti provinciali motivi “il-nero-è-lutto-il-nero-porta-sventure”, no.
Il fatto è che il nero al matrimonio è così ovvio. Ve lo concedo solo se avete scoperto di essere invitate al matrimonio di Charlotte Casiraghi e lo avete saputo appena due ore prima. Il total black è un’arma segreta, è l’ultima spiaggia in caso di necessità di sopravvivenza. Se abbiamo tempo di scegliere il nostro abito, evitiamo il nero e tutte le sue sfumature di banalità.

Altro categorico NO: il ROSSO. Perché? Perché -sempre cronache di vita reale- mi hanno insegnato che il rosso ai matrimoni vuol dire “amante dello sposo”.
Lo so che per molte di voi questo è un luogo comune, lo è anche per me. Ma noi non sappiamo se la sposa sia cresciuta con la madre provinciale che le snocciolava tutti i luoghi comuni sui matrimoni come fossero la Bibbia, quindi direi che il rosso sarebbe meglio evitarlo. Così, tanto per non avere rogne.

Ancora NO: abbinamenti scarpe-pochette-collana-orecchini, soprattutto se abbiamo indossato un tubino nudo e crudo.
Non saprei come altro ripeterlo: gli abbinamenti degli accessori sono orridi. Sempre. Soprattutto se sono di colori accesi. Se abbiamo scelto un tubino fucsia, abbinare scarpe collana e pochette in oro non ci farà sembrare Rihanna de noantri, piuttosto una Bratz in piena crisi adolescenziale. Il fatto che si sposi vostra cugina di secondo grado e lei abbia deciso di arrivare in carrozza con i cavalli e il cocchiere, non autorizza voi a vestirvi pacchiane. Anzi.

Altro NO: i leggings. No dai. Un conto è voler essere semplici, un conto cafone. Potrete pure essere invitate al matrimonio della vostra coppia di amici easy, quelli con cui ci passate le serate davanti alla tv a mangiare pop corn e bere coca-cola, ma loro si sposano una volta sola (si spera). Lasciamo da parte il leggings con la maxi maglia con cui pensiamo di essere tanto smarty. Se puntiamo sul semplice, le case di moda ci offrono moltissimi spunti per abitini da cocktail corti, magari al ginocchio, con cui l’effetto semplice-ma-ricercata alla Kate Middleton ci permette di fare un figurone.

Sempre seguendo il bon ton dei matrimoni, sarebbe cosa buona e giusta avere bene a fuoco luogo e orario. Se il matrimonio è di mattina non possiamo presentarci con l’abito lungo di gala che poi non ci lamentiamo se l’effetto è questo qui (e no, non lo dico per il nero):

Ricordiamoci che esistono alcuni materiali e colori che sembra siano nati per risolverci i problemi ai matrimoni.
I pastelli, per esempio, sono un passepartout. Sono l’ABC delle cerimonie. Primo fra tutti il rosa cipria, che tra l’altro in questi ultimi anni sta andando fortissimo sulle passerelle e, di conseguenza, anche tra i marchi low cost che ci permettono di sentirci Olivia Palermo senza prosciugare il conto in banca.
Da sinistra: Asos, 205 euro – Asos, 52 euro – Asos, 79 euro

Così come i colori pastello, il pizzo è un’altra questione che ci risolve i matrimoni. Tra l’altro io adoro il pizzo. Se non sembrassi un centrotavola, abuserei di pizzo come se non-ci-fosse-un-domani. Ma proprio perché l’effetto centrino è dietro l’angolo, questo materiale deve essere dosato sapientemente. Un abitino al ginocchio in pizzo va bene, ma tutto il resto (capelli e accessori) deve rimanere sobrio.

Sobrio, capito? Ovvero, quando parlo di pizzo, non intendo questo —>

Lauren Goodger

Ma questo: 

Da sinistra: Asos, 54 euro – Asos, 27 euro – Asos, 27 euro

Se i colori pastello vi piacciono ma avete il colorito di un iper lavoratore milanese il venerdì pomeriggio e il rosa cipria vi sbatte, non potrò mai consigliarvi di farvi una lampada, che fa tanto Kim Kardashian dei tempi d’oro. Piuttosto, vi consiglio un abitino dal colore deciso, più forte. Un bel verde smeraldo o un blu acceso, addirittura un fucsia va bene, a costo di saper dosare in maniera esemplare gli accessori. Tra l’altro, un abito dai colori forti non avrà problemi ad essere sfruttato anche in moltissime altre occasioni, perfetto anche per l’aperitivo della domenica abbinato ad una scarpa flats e una collana un po’ gipsy.

Da sinistra: Asos, 57 euro – Asos, 57 euro – Asos, 130 euro Da sinistra: Asos, 157 euro – Asos, 123 euro – Asos, 57 euro

Chi l’ha detto che le forme debbano essere nascoste?

Da sinistra: Asos, 52 euro – Asos, 52 euro

Infine, due abiti che hanno catturato la mia attenzione in maniera particolare:

Da sinistra: Asos. 61 euro – Asos, 95 euro

Last but not least, non trascurate i particolari. I capelli devono essere in ordine e non per forza dovete ricorrere all’acconciatura della Regina Elisabetta. Anche una piega liscia va bene, o ondulata. Perché un conto è avere i capelli mossi, un conto averli mossi dal demonio. Che poi non ve la prendete se vi dicono che assomigliate a Mafalda: