Fiorella Mannoia cambia il finale alla sua canzone: "Vi diremo ancora un altro...no"

Fiorella Mannoia cambia il finale alla sua canzone: “Vi diremo ancora un altro…no”

22 Novembre 2023 - di Silvia_Di_Pasquale

Il finale di “Quello che le donne non dicono“, canzone scritta da Enrico Ruggeri e Luigi Schiavone e portata a Sanremo nel 1987, non piace più a Fiorella Mannoia. Durante il suo ultimo concerto all’EuropAuditorium di Bologna con il jazzista Danilo Rea, ha deciso di usare la sua musica per mandare un messaggio chiaro a chi si rende protagonista della violenza di genere.

Il verso del brano “Vi diremo ancora un altro…sì”, cambia la sua ultima parola con un “no”. La versione originale non l’aveva mai convinta troppo, confessa a Repubblica, neanche da ragazza, ma oggi proprio non è più davvero tempo di sì incondizionati e rassegnàti. Una scelta necessaria dopo la morte di Giulia Cecchettin, il cui fidanzato è accusato di omicidio volontario aggravato e sequestro di persona. Un caso di cronaca che è arrivato con la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne alle porte.

Fiorella Mannoia spiega: “Ho deciso di cambiare il finale perché era giusto. Dicevo sempre ‘Ti diremo ancora un altro sì’, ma non è mica vero…La cantavo e pensavo ‘non è mica detto, perché danno per scontato che dobbiamo dire un sì?’. Potrebbe essere un forse, o un no. E quando una donna dice no, con qualsiasi vestito, in qualsiasi circostanza e condizione, è no”.

E sulla violenza contro le donne commenta: “È una guerra e a innescarla è sempre lo stesso movente: un uomo che non accetta la volontà di una donna”. Per questo, l’artista, attiva anche attraverso l’impegno con la Fondazione Una Nessuna Centomila, ricorda l’importanza di non abbassare l’attenzione sul fenomeno della violenza.

“È fondamentale mantenere i riflettori puntati. Va abolita l’abitudine di colpevolizzare le vittime e di giustificare il carnefice” aggiunge, proponendo percorsi mirati nelle scuole, già a partire dalle elementari, luoghi dove “insegnare il rispetto reciproco, nei confronti delle donne, del diverso, in generale insegnare il rispetto umano”.