Crisi Russia-Ucraina, le ripercussioni nel settore food preoccupano

Crisi Russia-Ucraina, le ripercussioni nel settore food preoccupano

23 Febbraio 2022 - di Silvia_Di_Pasquale

Mentre il vento di guerra soffia tra Russia e Ucraina cresce anche la preoccupazione per le possibili ripercussioni sull’economia italiana, inclusa quella del settore food. C’è stato un balzo del 20% per le quotazioni del grano in un solo giorno. Il mais destinato all’alimentazione del bestiame ha raggiunto il valore massimo da sette mesi. A segnalarlo è un’analisi della Coldiretti alla chiusura del mercato dei futures della borsa merci di Chicago, punto di riferimento mondiale delle materie prime agricole.

Un aumento che ha rilevanti conseguenze per l’Italia, con l’Ucraina secondo fornitore di mais destinato all’alimentazione con una quota di poco superiore al 20%. Si tratta di un colpo mortale per gli allevamenti costretti a fare i conti anche con il caro energia a fronte di compensi ben al di sotto delle spese. Il mais, spiega la Coldiretti, è la componente principale dell’alimentazione degli animali, con l’Italia che è costretta ad importare il 53% del suo fabbisogno, a seguito della riduzione di quasi 1/3 della produzione interna negli ultimi 10 anni a causa delle speculazioni a danno degli agricoltori.

Dall’Ucraina, ricorda la Coldiretti, arriva in Italia grano tenero per la produzione di pane e biscotti per una quota pari al 5% dell’import totale nazionale e una quantitativo di 107 mila tonnellate nei primi dieci mesi del 2021. Un valore quasi doppio rispetto a quello proveniente dalla Russia (44 mila tonnellate) dalla quale arriva anche il grano duro per la pasta (36 mila tonnellate). L’ Ucraina, rileva la Coldiretti, si colloca al terzo posto come esportatore di grano a livello mondiale, mentre la Russia, al primo, garantiscono insieme, circa 1/3 del commercio mondiale.

Confagri, con sanzioni a Russia a rischio 25% export Asti.

Con 12 milioni di bottiglie ogni anno, il mercato russo rappresenta il 25% dell’export dell’Asti docg, ora a rischio per le sanzioni prospettate nei confronti della Russia. Lo fa notare Confagricoltura Piemonte “La crisi ucraina, i venti di guerra e le prospettive, sempre più ravvicinate, di sanzioni commerciali alla Russia preoccupano fortemente gli agricoltori piemontesi”, dice il presidente Enrico Allasia. Nel mondo agricolo cresce la preoccupazione per un ulteriore elemento di crisi, che si aggiunge all”aumento dei costi energetici e al rincaro dei cereali per l’alimentazione del bestiame.

“Nel 2020 l’Italia ha esportato in Russia vini per un valore di 297 milioni di euro, di cui 179, 8 milioni di prodotto imbottigliato. Si tratta di uno dei principali mercati per gli spumanti italiani – spiega Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – e, tra i prodotti piemontesi, per l’Asti spumante”. L’export di vino spumante italiano in Russia rappresenta un valore di 116 milioni di euro”. “Confidiamo nel lavoro delle diplomazie – conclude Allasia – per prevenire la tragedia umanitaria, che è l’aspetto che ci preoccupa maggiormente, e anche per evitare di mettere in crisi il nostro sistema produttivo. (FONTE: ANSA).