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Confindustria: “Attività industriale italiana ha toccato il fondo. Da ora la ripresa”

31 Gennaio 2013 - di Claudia Montanari

ROMA – Duro bilancio sull’attività industriale italiana. Il Centro Studi di Confindustria delinea dei tratti allarmanti in merito alla crisi economica, ed in una nota annuncia: “L’economia italiana sta toccando il fondo della dura recessione, la seconda in cinque anni. Si delineano i presupposti di un rimbalzo che può dare avvio alla ripresa” sottolineando che “la sfiducia ha infatti compresso la domanda interna ben oltre quanto giustificato dalla situazione oggettiva dei bilanci familiari e aziendali: gli acquisti di beni durevoli sono scesi molto più del reddito reale disponibile, gli investimenti sono ai minimi storici in rapporto al PIL e le scorte sono bassissime”.

L’attività industriale italiana, dice la nota, è salita dello 0,4% in dicembre su novembre; risulta così del 2,1% la diminuzione nel 4° trimestre (-6,2% nel 2012, stime CSC). Tale dinamica è coerente con un calo del PIL nel 4° trimestre di nuovo marcato (-0,6% almeno), dopo il -0,2% nel terzo.

Ma le prospettive immediate sono incerte. In dicembre il Pmi manifatturiero segnala una minore riduzione degli ordini (44,3, da 42,2), interni ed esteri, e l’Istat, ricordano gli economisti di viale dell’Astronomia, rileva un marginale miglioramento dei giudizi delle imprese manifatturiere sulla domanda, ma anche che le loro attese a 3 mesi di ordini e produzione sono tornate a peggiorare (nel 4° trimestre -4,7 da -6,3). La ricostituzione delle scorte, valutate basse (saldo a -2, da 0), agirà per Confindustria da stimolo.

È dunque “cruciale che l’esito delle imminenti elezioni dia al Paese una maggioranza solida, che abbia come priorità le riforme e la crescita, fornendo così un quadro chiaro che infonda fiducia nel futuro e orienti favorevolmente verso la spesa le decisioni di consumatori e imprenditori”, afferma nella congiuntura flash di gennaio il CSC.

“Basilare per la ripartenza – continua il Centro Studi – è che si sollevi la cappa di paura creata dalla situazione politica interna”. Nel sistema globale, sottolinea, “l’incertezza politica si è quasi dissolta (all’appello manca il voto autunnale in Germania). Si registrano continui segnali di progresso, alcuni perfino nell’Eurozona, grazie al ‘contagio positivo’ innescato dalle decisioni dello scorso anno di BCE (che rimane però timida sui tassi) e governi”.