Beppe Grillo

Beppe Grillo e i cittadini di blocco “A” e di blocco “B”: gli elettori insorgono

27 Febbraio 2013 - di Claudia Montanari

ROMA – Passata l’euforia delle elezioni, Beppe Grillo sul suo blog commenta l’esito delle elezioni e pubblica un post, dal titolo “Gli italiani non votano mai a caso”, in cui divide gli elettori italiani in due blocchi: il gruppo A e il gruppo B.

Il leader del M5S spiega che il gruppo A è formato da «milioni di giovani senza un futuro, con un lavoro precario o disoccupati» i quali, non avendo nulla da perdere, vogliono e sperano in un rinnovamento.

Il blocco B invece è costituito da «chi vuole mantenere lo status quo, da tutti coloro che hanno attraversato la crisi iniziata dal 2008 più o meno indenni, mantenendo lo stesso potere d’acquisto» e, attenzione, «da una gran parte di dipendenti statali, da chi ha una pensione superiore ai 5000 euro lordi mensili, dagli evasori, dalla immane cerchia di chi vive di politica attraverso municipalizzate, concessionarie e partecipate dallo Stato». Queste persone puntano invece ad una continuità, e sono le stesse che  hanno spesso «due case, un discreto conto corrente, e una buona pensione o la sicurezza di un posto di lavoro pubblico». Infine, sostiene che  «ogni mese lo Stato deve pagare 19 milioni di pensioni e 4 milioni di stipendi pubblici» per sostenere gli appartenenti a questo gruppo.

Conclude sostenendo che chi appartiene al gruppo A ha votato il M5S, mentre quelli del gruppo B hanno votato il Pdl o “pdmenoelle”, che è come lui chiama il Pd.

In sostanza, nella “casta” da combattere, ci sono dentro anche tutti gli statali e i dipendenti pubblici, che non sono la stessa cosa. Tutti gli statali vuol dire, tra le altre cose, tutti gli insegnanti, i poliziotti, i professori, i medici, i carabinieri, i vigili del fuoco, i postini, i ministeriali, gli infermieri e via dicendo.

Ovviamente, la gente nel web insorge a questo tipo di pensiero considerandolo “qualunquista” ed estremamente superficiale. Perché, in fondo, un professore che vive con uno stipendio medio di 1500 euro non si sente poi tanto un privilegiato “con due case, un discreto conto in banca e un buon posto di lavoro pubblico”. 

Sotto il post, infatti, sono visibili numerosi commenti di dissenso da parte di elettori del M5S che si sentono “traditi” da questa divisione:

“Sono un docente delle scuole superiori che ha votato il m5s e ho fatto campagna elettorale con molti amici e conoscenti. Questo post mi lascia interdetto completamente. E dire che mi sono pure appena iscritto come attivista. So di non essere tra gli sfortunati ma questo attacco a noi che siamo stati oltraggiati e distrutti da tutti i governi proprio non me lo aspettavo. Il problema è degli stipendi dei dirigenti pubblici non dei dipendenti. Davvero sconcertante cio che ho letto qua…”

o ancora: “Scusa un attimo ma la tua analisi è superficiale e per niente reale. Ci sono un mucchio di statali che hanno votato insieme a me M5S. Un invito, pensare prima di parlare”

oppure: “Credere che i ricchi e sicuri siano i dipendenti pubblici è una grande fesseria. Ricordati che c’è gente che campa, con famiglia a carico, con neanche 1000 euro al mese. Questo è priviliegio? Vincere un concorso e lavorare onestamente è un privilegio? Scatenare una guerra tra poveri è un’autentica infamia.”

Francesco dice: “Occhio a cosa dite…secondo voi io dipendente statale sarei di blocco b???con 1300 al mese il mio potere d acquisto non e cambiato??ma cosa dite!!!io statale arrivo forse alla terza settimana con mutuo??occhio a cosa dite io ho votato il movimento perché anche e noi statali siamo nella me***a!!”

Fucsiaman scrive: “Cioè fatemi capire, adesso aboliamo i dipendenti pubblici? (…) Vorrei capire perchè quando si chiede il voto non si è chiari: molti “statali” hanno votato per il M5S. Per ragioni di “cuore” soprattutto. E fare il dipendente pubblico è un lavoro come un altro e per farlo si è affrontato sacrifici e studio come altrove. Che male c’è? Se si voleva agire in particolare su di loro bastava dirlo e rifiutare quel voto. Credo che questo articolo sia scritto male, o pericolosamente bene. La finanza pubblica piange, effettivamente il “pubblico” spreca e costa. Ma il pubblico è un costo sociale (altrimenti fosse un guadagno sarebbe certamente privato) e come tale va affrontato. (…) Lo so che i giovani non hanno lavoro, ma visto che si presentano in centinaia di migliaia ai concorsi per assunzione pubblica a tempo indeterminato, non è “il tipo di lavoro” che non piace a loro e non hanno votato M5S per abolirre quel lavoro, sarebbe solo l’ennesima versione della volpe e l’uva, ma il fatto che altri ce l’hanno e loro no. (…) I giovani vogliono soluzioni, prima di tutto un lavoro stabile e onesto (possibilmente pubblico). (…) Pessimo inizio, davvero”.

Insomma, la “colpa” di tutto è sempre “loro”, in un “loro” che però non è mai specificato e che cambia in base a chi è che sta parlando. Ora che il “loro” deve essere specificato e chiarito, molti elettori del M5S si rendono conto di essere loro stessi la “casta da combattere”.