Carne infetta e scadente spacciata Chianina: 65 persone indagate per truffa

Carne infetta e scadente spacciata Chianina: 65 persone indagate per truffa

11 Giugno 2014 - di Claudia Montanari

ROMA – Almeno 100 esemplari falsi di razza chianina. Sono stati sequestrati tutti nelle ore scorse dai nas dei Carabinieri in una operazione scattata in tutta la Penisola. Poco meno di 100 sarebbero le persone indagate per truffa: 56 allevatori, 6 veterinari e 3 autotrasportatori, per un valore di carne sequestrata dai carabinieri che si aggira ai 2 milioni di euro.

Scrive Nino Cirillo sul Messaggero:

“A un certo punto i carabinieri del Nucleo anti sofisticazioni di Perugia si sono imbattuti in sei placidi bovini che vantavano tutti la stessa carta d’identità: possibile? E altri due, di fattezze clamorosamente diverse, che invece, dinanzi alla Asl, risultavano addirittura gemelli, sì, proprio gemelli. E tutti e otto, ovviamente, di reclamata razza chianina, la carne che tutti conosciamo e che costa tre volte una bistecca normale. Una truffa, una gigantesca truffa ai danni dei consumatori – e dello stesso made in Italy che su quel marchio punta tanto -, perché partendo da quelle incongruenze, i nas dei Carabinieri ne hanno scoperti almeno cento di falsi esemplari di razza chianine. Li hanno sequestrati tutti ieri mattina all’alba – il valore è sui due milioni di euro – in un’operazione scattata in tutta la Penisola, da Avellino ad Arezzo, da Potenza a Ravenna, da Roma, da Rieti, fino a Pesaro e Verona, in 21 province e undici regioni”

Massimo Casucci, sostituto procuratore, ha ordinato 78 decreti di perquisizione in stalle anche sperdute. In seguito, 4 allevamenti sono stati chiusi.

Il reato ipotizzato è l’associazione a delinquere «finalizzata alla commercializzazione per la successiva macellazione di bovini infetti e con marche auricolari contraffatte»: nell’inchiesta sono finiti 56 allevatori, tre autotrasportatori e sei medici veterinari, di asl delle province di Perugia, Arezzo, L’Aquila, Foggia, Potenza e Matera.

BESTIAME INFETTO. Si legge sul Messaggero:

“Già, bestiame infetto (brucellosi, tubercolosi, lingua blu), anche se l’accusa si riferisce a una prima tranche di queste indagini che risale più o meno a un anno fa, quando vennero sequestrati 500 bovini malati, tutti abbattuti e distrutti. Lo ha ricordato il comandante del Nas di Perugia, il capitano Marco Vetrulli, nella conferenza stampa convocata a operazione conclusa. Vetrulli è stato anche prodigo di rassicurazioni: «Abbiamo bloccato tutto prima, nessuna fetta di carne infetta è arrivata nel piatto di qualche consumatore». Ma se anche ci fosse arrivata, ha aggiunto, il congelamento o la semplice cottura di quella carne avrebbero scongiurato ogni rischio”

MARCHE AURICOLARI, L’IMBROGLIO DELLO SCAMBIO TRA ALLEVATORI:

Altra questione è invece quella relative alle marche auricolari. Si legge sul Messaggero:

“Gli allevatori imbroglioni si scambiavano «pinze arancioni» o «pinze rosse» per marchiare l’orecchio dell’esemplare e dargli così una patente di razza chianina. Di queste smercio di pinze sono piene diverse pagine di conversazioni telefoniche. Come di altre storielle al limite del grottesco: i carabinieri, ad esempio, seguono questo bestiame che arriva da lontane campagne del Sud, bestiame meticcio, e scoprono che i truffatori non tentano solo di farlo passare per razza chianina ma anche per bestiame adatto a ben figurare nei rodeo di paese. Ci provano, con scarsi risultati, prima a Modena e poi a Trieste”