"Supercondriaco", Dany Boon: "Io sono veramente così" (trailer)

“Supercondriaco”, Dany Boon: “Io sono veramente così” (trailer)

13 Marzo 2014 - di aavico

ROMA – “Mi vede? Io sono proprio così, come nel film. Vado in giro con il gel disinfettante, ho fatto persino il body-scanner per stare tranquillo”: Dany Boon ride, ma le manie del suo personaggio ipocondriaco, protagonista del film che sta sbancando il botteghino in Francia, le ha trovate dentro se stesso. “Supercondriaque” (Supercondriaco, ridere fa bene alla salute) arriva giovedì sugli schermi italiani dopo aver incassato 2,15 milioni di spettatori nella sua prima settimana in Francia (miglior debutto dell’anno per un film).

“Diciamo la verità – dice Dany Boon, regista e protagonista, in un’intervista all’Ansa – siamo tutti ipocondriaci, stiamo tutti incollati davanti al computer a fare l’autodiagnosi e l’automedicazione su Internet. A questo si aggiungono queste ondate di panico diffuse nei nostri paesi dalle varie influenze suine o altri. Ci si vaccina per paura del contagio, c’è paura di tutto, ormai anche che il salmone che hai nel piatto contenga del piombo”. Romain Flaubert, il suo personaggio nel film, è appunto un ipocondriaco insopportabile, che non può fare a meno di ricorrere continuamente al suo medico e amico, il dottor Dimitri Zvenka (Kad Merad). Districandosi in una vicenda farsesca con protagonista un improbabile eroe della rivoluzione di un paese ex sovietico di cui assume l’identità, Flaubert riesce a superare i suoi blocchi superando la solitudine e innamorandosi di Anna, sorella dell’amico-medico (Alice Pol).

“E’ un film sull’amicizia – spiega Boon – sul fatto che si riesce a vivere meglio se si sta con gli altri”. In questo ricorda da vicino il film che rivelò Boon al pubblico di tutto il mondo, “Giù al Nord”: “Senza scomodare ‘Il malato immaginario’, questo è un film che racconta una mania di tutti, ma che rivela alla fine che il problema vero di oggi è la solitudine. Ma è un film che fa ridere, il protagonista non è triste, non prende antidepressivi, tutt’altro. Vuole soltanto rimanere in buona salute e si preoccupa in continuazione. La sceneggiatura mi ha offerto la possibilità di una serie di gag divertenti, così come la situazione di ‘pesce fuor d’acqua’ di ‘Giù al Nord’ mi diede la possibilità di sbizzarrirmi su un personaggio fuori dal suo ambiente, in una situazione che lo angoscia”. Ancora un film sull’amicizia, si rinnova il sodalizio con Kad Merad, semplicità, battute e record al botteghino, ma i critici a volte storcono ancora il naso con Dany Boon: “Io ho un pubblico vastissimo – spiega – poi è normale che chi fa le commedie venga criticato di più”. Il cinema di Dany Boon? “Mi piace far ridere la gente, ma cerco di riuscirci con tenerezza, in modo sempre più vero e soprattutto senza volgarità, raccontando storie alla gente”. L’Italia? “Adoro il vostro paese, il cibo, la gente… e il cinema. ‘Sole a catinelle’, con Checco Zalone, è stato il film più divertente che ho visto negli ultimi mesi”.