Gravidanza e inquinamento: figli più esposti al rischio asma

27 Maggio 2021 - di Silvia_Di_Pasquale

Le donne incinte esposte ad alti livelli di inquinamento hanno maggiori probabilità di avere figli con asma.

E’ quanto emerge da uno studio dei ricercatori della Mount Sinai School of Medicine di New York.

Gli studiosi hanno seguito 376 madri e i loro bambini per capire se l’esposizione a particelle ultrafini nell’inquinamento atmosferico durante la gravidanza potesse avere un impatto sui neonati.

Hanno scoperto che poco più del 18% dei bambini nati da madri altamente esposte all’inquinamento atmosferico da particelle ultrafini ha sviluppato l’asma.

La dott.ssa Rosalind Wright, che ha guidato lo studio, ha affermato:

“Questa ricerca è un importante passo iniziale nella costruzione della base di prove che può portare a un migliore monitoraggio dell’esposizione alle particelle ultrafini negli Stati Uniti e, in ultima analisi, alla regolamentazione”.

“Man mano che avanziamo metodi per misurare queste minuscole particelle, speriamo di replicare questi risultati, sia all’interno di diverse aree geografiche negli Stati Uniti che a livello globale”.

“L’asma infantile rimane un’epidemia globale che probabilmente aumenterà con il previsto aumento delle esposizioni all’inquinamento atmosferico da particolato dovuto agli effetti del cambiamento climatico”.

Sport e asma, il connubio che non ti aspetti.

In Italia sono oltre 2 milioni e mezzo le persone che soffrono di asma e per loro fare attività fisica è quasi una medicina, con benefici sulla salute del corpo e della mente.

Eppure, tra chi ne soffre in forma grave, solo 4 su 10 pratica sport e 9 su 10 ritengono che questa malattia costituisca un limite nel farlo (dati Doxa 2019).

In realtà l’esercizio fisico regolare si associa a un minor declino della funzione respiratoria e diminuisce i livelli infiammatori.

Il movimento ha un ruolo importante nell’aiutare a prevenire molte patologie, non solo l’asma, ma anche il diabete, le malattie cardiovascolari e i tumori.

Simona Barbaglia, presidente dell’associazione Respiriamo Insieme, ricorda di:

“evitare che l’esercizio fisico sia praticato a temperature molto fredde o calde, ed evitarlo se si è reduci da recente infezione virale. Infine iniziare sempre con gradualità, evitando sforzi troppo intensi e prolungati”.

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