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Diete proteiche e rischi per il cuore: cosa dice uno studio

3 Febbraio 2020 - di Silvia_Di_Pasquale

Le diete proteiche sono diventate molto popolari in questi ultimi anni. Quel che più preoccupa di tali regimi alimentari è la loro applicazione non autorizzata, ovvero quando sono messi in atto con il fai da te e per periodi non precisati. Al contrario, dovrebbero essere autorizzati e monitorati da un medico, soprattutto perché non sono adatti a tutti.

Come si legge sul sito Medical News Today, un nuovo studio sui topi suggerisce che questo tipo di diete potrebbero mettere a rischio la salute cardiovascolare, facilitando l’accumulo di placca all’interno delle arterie. Nello studio, pubblicato sulla rivista Nature Metabolism, i ricercatori hanno alimentato i topi con una dieta ricca di grassi. Mentre alcuni hanno ricevuto una dieta ricca di grassi e proteine, altri hanno ricevuto una dieta ricca di grassi con un basso contenuto proteico. Ciò ha permesso agli investigatori di individuare eventuali differenze.

I roditori nutriti con la dieta ricca di grassi e ad alto contenuto proteico, non solo avevano sviluppato l’aterosclerosi – una condizione caratterizzata dall’accumulo di placca arteriosa – ma questa è risultata significativamente peggiore rispetto ai topi che avevano mangiato la dieta ricca di grassi e povera di proteine.

Sebbene i topi con la dieta ricca di grassi e ad alto contenuto proteico non siano aumentati di peso, hanno sviluppato circa il 30% in più di placca nelle arterie rispetto ai topi nella dieta ricca di grassi ma a basso contenuto proteico.

“Questo non è il primo studio a mostrare un aumento rivelatore della placca con diete ricche di proteine, ma offre una comprensione più profonda dell’impatto dell’alta proteina con l’analisi dettagliata delle placche”, sottolinea Babak Razani, professore associato di medicina dalla Washington University School of Medicine di St. Louis. “In altre parole, il nostro studio mostra come e perché le proteine ​​alimentari portano allo sviluppo di placche instabili”, continua.