Calcitonina, la proteina che spinge le madri a prendersi cura dei loro figli in modo innato

4 Giugno 2021 - di Silvia_Di_Pasquale

Esiste una proteina legata al comportamento innato che porta le madri a prendersi cura dei loro figli. Il suo nome è calcitonina

E’ quanto suggerito da uno studio pubblicato sulla rivista Cell Reports, condotto dagli scienziati del RIKEN Center for Brain Science (CBS) in Giappone.

Gli studiosi per arrivare a queste conclusioni hanno analizzato alcuni comportamenti specifici nei topi.

Cosa è stato scoperto rispetto alla calcitonina nelle neo mamme.

Il team, guidato da Kumi Kuroda del RIKEN CBS, ha scoperto che i neuroni in una parte del proencefalo che contengono il recettore della calcitonina possono contribuire a concretizzare atteggiamenti di protezione nei confronti della prole.

Molti comportamenti semplici, fanno sapere gli autori, sono guidati da diverse parti dell’ipotalamo.

Gli scienziati hanno studiato 20 geni e diversi tipi di neuroni allo scopo di identificare quelli coinvolti nell’accudimento dei più piccoli. 

In base ai risultati del gruppo di ricerca, il livello di calcitonina era più alto nelle madri che avevano partorito da poco piuttosto che negli altri esemplari.

Nel momento in cui i ricercatori hanno inibito questi neuroni, i comportamenti educativi si sono interrotti.

Le madri hanno agito come se avessero perso la motivazione all’accudimento dei cuccioli.

Gli sperimentatori hanno poi posizionato i topolini su una piattaforma sopraelevata, analizzando il recupero da parte delle femmine.

La spinta verso la protezione dei piccoli portava le madri ad aiutare i cuccioli, affrontando la sfida e superando la paura della situazione.

Quando però i livelli del recettore della calcitonina sono stati dimezzati, le madri hanno impiegato molto più tempo per recuperare i propri figli.

“I genitori – spiega Kuroda – sono portati al sacrificio e all’attenzione per prendersi cura dei propri figli”.

“Abbiamo scoperto che la sovraregolazione del recettore della calcitonina è come una spinta nel cervello che motiva i topi ad aiutare i loro cuccioli. Il prossimo passo sarà osservare il ruolo di questa proteina nei primati non umani”. (FONTE: AGI).

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