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Depressione: come riconoscerla e consigli per prevenirla

25 Febbraio 2013 - di Claudia Montanari

Cos’è veramente la depressione? E come si può prevenire questo male dell’anima che ogni anno abbraccia migliaia di vittime?

Quante volte ci è capitato di dire o ascoltare espressioni come “Mi sento giù”, “Sono depresso” o “Mi sento svuotato”? La depressione è un’esperienza affettiva universale, connaturata all’essere umano, anche se solo negli anni Venti dello scorso secolo lo psichiatra tedesco Meyer le attribuì una valenza patologica, inserendola come connotante di una vera e propria sindrome psichiatrica. La storia della depressione è tuttavia antichissima e già il filosofo Seneca, nell’antica Roma, ne parlava con grande consapevolezza, sostenendo che “ Il male che ci tormenta non è nel luogo in cui ci troviamo, ma è in noi stessi”; per molto tempo questo male è stato motivo di vergogna per chi lo provava e di smarrimento o confusione per medici e pensatori, che per esso non riuscivano a trovare né delle cause certe né una cura efficace.

Negli ultimi decenni invece, la depressione è stata finalmente affrontata, catalogata, curata, ma questo non ha certamente diminuito il numero di persone che ogni anno diventa preda, anche per brevi periodi, di questo angosciante disturbo. A questo riguardo i dati messi a disposizione dall’Agenzia del Farmaco parlano chiaro: dal 2000 al 2009 il consumo di antidepressivi in Italia è aumentato del 76%; il nostro paese tuttavia, avendo la grande fortuna di godere di molte ore di luce e di sole,che aiutano a prevenire molti casi di depressione, non è certamente il più malinconico d’ Europa, e il triste primato infatti va a tutti quei paesi nordici il cui clima sembra non aiutare a mantenere alto l’umore.

Gli specialisti hanno catalogato questo disturbo in diverse sotto categorie e, per sgombrare il campo dai fraintendimenti, è importante sottolineare che è assolutamente normale attraversare un periodo di depressione a seguito di un lutto, di un divorzio o di un grave problema affrontato; il discorso invece cambia quando questo male arriva all’improvviso e senza una ragione, almeno apparentemente, chiara.

È altrettanto comune poi, in una società perennemente insoddisfatta ed estremamente competitiva come la nostra, attribuirsi questo male con grande facilità, scambiando a volte per depressione dei semplici e umani momenti di stanchezza ; proprio per questo,e con la consapevolezza di non potersi sostituire alle conoscenze specialistiche di un medico, cerchiamo di capire quali sono i reali sintomi di depressione che non andrebbero mai sottovalutati:

Diminuzione di piacere o interesse per tutte o quasi tutte le attività.

Insonnia o eccesso di sonno.

Auto svalutazione o sentimenti eccessivi di colpa.

Pensieri ricorrenti di catastrofi, di morte o ideazione di piani suicidi.

Agitazione o rallentamento psicomotorio.

 

Di fronte a questi sintomi, soprattutto se costanti nel tempo, è ovviamente necessario rivolgersi ad uno specialista, che è l’unica persona in grado di offrire il giusto sostegno e la cura più appropriata. Esistono invece moltissimi altri casi in cui la prevenzione diventa l’arma più efficace affinché il male di vivere o un’endemica malinconia non si trasformino in una vera e propria malattia. La depressione infatti si può prevenire attraverso una serie di piccoli accorgimenti che dovrebbero diventare delle vere e proprie abitudini di vita, sia che si sia inclini a questo strisciante disturbo, sia che se ne sia completamente immuni; ecco dunque una serie di consigli pratici per evitare la depressione e per mantenere un umore stabile e positivo:

Interessarsi agli altri. La depressione comporta un ripiegamento su se stessi, sui propri problemi e sulle proprie sofferenze; interessarsi agli altri invece, fare amicizia, leggere i giornali o fare del volontariato sono ottimi sistemi per evitare di essere troppo concentrati sulle proprie disgrazie e per allargare il proprio orizzonte psicologico. Darsi da fare inoltre, o aiutare qualcuno bisognoso, fa crescere l’autostima e, di conseguenza, migliora l’umore.

Concentrarsi sulle cose positive. Anche quando si vive un momento di difficoltà o di solitudine, c’è sempre un aspetto positivo da tenere in considerazione e da esaltare. Se il lavoro va male forse sono gli amici la risorsa a cui attingere; se c’è un problema familiare può diventare il lavoro una fonte di piacere e così via… Ciò che conta di più è non smettere mai di considerare, insieme alle cose negative, anche le infinite possibilità che ogni giorno la vita offre.

Prendersi cura di se stessi. Chi è malinconico o tende alla depressione spesso ha poca cura di sé e questo non fa che peggiorare l’umore e intaccare l’autostima; fare attività fisica invece, vestirsi con cura, essere attenti alla propria igiene personale e occuparsi della propria salute sono dei piccoli ma fondamentali passi per mantenere la mente occupata e l’umore alto.

Adottare un cucciolo. È stato dimostrato come la pet therapy aiuti i depressi a vivere meglio; occuparsi di un cagnolino o ascoltare le fusa di un gatto possono essere degli ottimi antidepressivi naturali!

Avere aspettative realistiche nei confronti degli altri. Chi è incline alla malinconia o è depresso ha spesso alle spalle delle carenze affettive e cerca, nella relazione con gli altri, un rapporto simbiotico in cui sentirsi amati incondizionatamente. Poiché ovviamente questo tipo di rapporto, nel mondo adulto, è impossibile, è bene cercare di non riporre aspettative eccessive nell’amore o nell’amicizia e cercare di vivere realisticamente e il più possibile alla pari le relazioni affettive che si coltivano.

Non andrebbe infine mai dimenticato come l’esperienza depressiva possa spesso rappresentare un’occasione per maturare e per approfondire alcuni aspetti fondamentali della vita. A questo riguardo non si può non citare le riflessioni dello scrittore contemporaneo Paulo Coelho, che ha vissuto in manicomio per tre anni; in “Veronika decide di morire” la protagonista, attraverso relazioni significative, dalla consapevolezza della morte arriva sorprendentemente alla consapevolezza della vita, fino ad arrivare alla “capacità di vivere ogni giorno come un miracolo, come un’entusiasmante scoperta”.