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I ragazzi leggono più degli adulti. Ma l’Italia non è un paese di lettori

8 Aprile 2013 - di Claudia Montanari

ROMA – I ragazzi salvano i libri ma, in generale, l’Italia non è un paese di lettori. Secondo alcuni dati infatti i giovani ragazzi italiani leggono molto di più della media del nostro Paese e grazie proprio a loro il settore dei libri per ragazzi reagisce meglio alla crisi che riguarda tutto il mercato. La ricerca però svela un dato allarmante. I dati prodotti da Istat nell’ambito dell’indagine campionaria “Aspetti della vita quotidiana” assieme a una indagine dedicata alla “Produzione e lettura di libri”, svolte su più di 20 mila famiglie per un totale di più di 48 mila persone, parlano molto chiaro: per qualificarsi come lettore, la persona intervistata doveva aver letto anche solo un libro nei 12 mesi precedenti, ed è emerso che meno della metà degli italiani dai 6 anni in su hanno raggiunto questo obiettivo. Ma ben 7 milioni di studenti (la popolazione tra gli 11 e i 17 anni, quasi tutti ancora nella scuola dell’obbligo) leggono più dei propri genitori e insegnanti.

Sempre secondo l’indagine, nella fascia d’età tra gli 11 e i 14 anni, quella che in genere agli adulti e ai genitori sembra la più “terribile”, è invece quella in cui i ragazzi leggono di più e la media dei “piccoli lettori” arriva al 62%.

Antonio Monaco, responsabile del gruppo editori per ragazzi di AIE, ha spiegato: “La crisi non risparmia nessuno, ma per il mercato ragazzi è prevedibile un più rapido attraversamento del tunnel. La nostra forza sta nel fatto che i ragazzi leggono più degli adulti. È in questa fase della vita che se si semina, si semina bene per sempre: la vera sfida che ci attende è dunque quella di accrescere ulteriormente lo sviluppo della lettura nei primi anni di vita e poi di saperlo conservare”.

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