8 marzo, ditelo in versi: 5 poesie per festeggiare le donne

8 marzo, Festa della Donna: le poesie più belle da dedicare a lei

7 Marzo 2015 - di Daniela Lauria

ROMA – Otto marzo 2015: un altro anno è trascorso dal quell’incendio di inizio novecento in una fabbrica newyorkese assurto a mito e simbolo internazionale della Festa della donna. Da oltre un secolo in questo giorno si celebrano le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, ma anche le discriminazioni e le violenze di cui sono ancora oggetto in molte parti del mondo. Malgrado le “sante guerre per l’emancipazione“, per dirla con Alda Merini, l’8 marzo è il giorno che ricorda a tutti che c’è ancora molto da fare per una parità tra i sessi che non sia solo a parole.

Alle donne della nostra vita, che siano esse mogli, madri, nonne, zie, cugine, compagne, figlie, sorelle, amiche, regaliamo perciò ogni anno una mimosa e dedichiamo loro pensieri affettuosi. A patto però che un altro piccolo passo venga compiuto.

Ma in quest’epoca di frastuono mediatico e di pensieri in 140 caratteri, perché non dirlo con le parole forti ed essenziali di una poesia?

Ecco allora 5 poesie scelte da Lady Blitz per le donne:

OGNI DONNA – Aldo Nove

Ogni donna custodisce il tempo
che rimane per fare
un’altra volta il mondo.
Ogni donna è una stella,
riempie lo spazio delle parole
di luce, le mette nel futuro.
Ogni donna ha il sapore
universale
del mare, lo rende reale.


A TUTTE LE DONNE – Alda Merini

Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra

RITRATTO DI DONNA – Wislawa Szymborska

Deve essere a scelta.
Cambiare, purché niente cambi.
È facile, impossibile, difficile, ne vale la pena.
Ha gli occhi, se occorre, ora azzurri, ora grigi,
neri, allegri, senza motivo pieni di lacrime.
Dorme con lui come la prima venuta, l’unica al mondo.
Gli darà quattro figli, nessuno, uno.
Ingenua, ma ottima consigliera.
Debole, ma sosterrà.

Non ha la testa sulle spalle, però l’avrà.
Legge Jaspers e le riviste femminili.
Non sa a che serve questa vite, e costruirà un ponte.
Giovane, come al solito giovane, sempre ancora giovane.
Tiene nelle mani un passero con l’ala spezzata,
soldi suoi per un viaggio lungo e lontano,
una mezzaluna, un impacco e un bicchierino di vodka.
Dove è che corre, non sarà stanca?
Ma no, solo un poco, molto, non importa.
O lo ama, o si è intestardita.
Nel bene, nel male, e per l’amor del cielo.

DONNA – Madre Teresa di Calcutta

Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni….
Però ciò che è importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è a colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di arrivo c’è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c’è un’altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite…
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c’è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!!!

BALLATA DELLE DONNE – Edoardo Sanguineti

Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci il maschio, ci penso la noia.

Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace.

Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.

Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.

Femmina penso, se penso l’umano
la mia compagna, ti prendo per mano.