Vacanze separate: più pro o contro?

1 Luglio 2013 - di Claudia Montanari

ROMA- Le vacanze separate fanno bene o nuocciono alla coppia?

Ogni anno, con l’arrivo dell’estate, coppie più o meno giovani, appena nate o di lunga data, si apprestano a vivere qualche giorno di meritate ferie; ed ecco che, accanto a chi pianifica da mesi un viaggetto da fare insieme, fosse anche a pochi metri da casa con zaino in spalla e ombrellone sotto il braccio, c’è chi invece se ne esce con una proposta che, almeno in apparenza, può risultare insolita, se non allarmante: ” Perché non facciamo le vacanze separate?”.

Molti psicologi sostengono che le vacanze separate aiutino a “ravvivare” la vita di coppia e a permettere ad ognuno di coltivare le proprie passioni, che non necessariamente coincidono; quando però è solo uno dei due partner a desiderare una vacanza indipendente, ecco che diventa lecito porsi delle domande.

Ricordo ancora con estrema nitidezza le vicissitudini di una cara amica, che aveva concesso al suo nuovo fidanzato le vacanze separate; mentre lei aspettava che lui tornasse da un innocente giro in barca a vela lungo le coste della Croazia, lui si fidanzava, con un’altra ovviamente! È inutile dire come finì questa relazione, così come è importante però sottolineare che non tutte le storie sono uguali e che le vacanze separate possono anche rappresentare un momento di benefica distrazione; l’importante è sceglierle in due e stabilire qualche piccola regola a cui attenersi.

Se dunque avete deciso di trascorrere qualche giorno di vacanza separati, è inutile chiamarsi in continuazione o tempestare di domande il partner; vi rovinereste le ferie e perdereste indelebilmente la chance di far sentire a lui la vostra mancanza.

La stessa “leggerezza” andrebbe usata anche al ritorno dalle vacanze, dove il terzo grado su cosa si è fatto e su chi si è conosciuto andrebbe veramente evitato; se avete smanie di controllo sul partner e il bisogno di indagare è più forte di voi, forse sarebbe meglio evitare questo tipo di scelta, che prevede ovviamente una mentalità molto elastica e un filo permissiva.

Se invece vi stuzzica l’idea di qualche giorno da trascorrere per i fatti vostri, ma allo stesso tempo volete evitare che le vacanze separate si trasformino in un terreno di lotta futura o di sfiducia reciproca, ecco qualche piccolo suggerimento da mettere in pratica:

– Far sì che il periodo di vacanza “indipendente” non sia troppo lungo. Stare qualche giorno separati, in compagnia di vecchi amici magari, può essere davvero rigenerante, per se stessi e per la coppia, ma quando i giorni in cui stare separati diventano troppi, possono svilupparsi delle dinamiche poco costruttive; quindi è bene dire di si a quattro/cinque giorni in cui ognuno può coltivare i propri interessi, e no a lunghi viaggi in terre lontane, grazie ai quali finireste inevitabilmente per sentirvi distanti, con tutte le conseguenze del caso.

– Le vacanze con amici/che conosciuti e impegnati sono da preferire. È ovvio che, se decidete di partire con un gruppetto di amiche single in cerca di avventura, susciterete non poche perplessità nel partner; la stessa cosa potrebbe accadere se lui scegliesse di partire con amici che non avete mai nemmeno conosciuto… Ancora una volta, la virtù è nell’equilibrio.

Fare vacanze separate non ci fa tornare single. Questo è probabilmente il punto più importante sul quale chiarirsi in previsione di vacanze separate; essere da soli non ci autorizza a fare tutto quello che vogliamo con chiunque capiti! Se avete anche solo il dubbio che il vostro partner possa intendere in questo modo la questione, o se siete voi che, sotto sotto, sperate di concedervi qualche distrazione approfittando del fatto di esser sola, forse la questione su cui riflettere diventa un’altra, ben più seria.

Sebbene le vacanze separate possano far sorgere dubbi e interrogativi, esse offrono pur sempre l’opportunità di allentare qualche tensione e imparare a comprendersi meglio; come non ricordare, a tal riguardo, la bella commedia di Indro Montanelli, “Il petto e la coscia”, in cui un marito, dovendo rimandare un viaggio d’affari, torna a casa e fa inedite scoperte? Sua moglie non lo sta tradendo, ma sta mangiando una coscia di pollo, malgrado per trent’anni gli abbia fatto credere di preferire il petto… Da lì parte un confronto sulle tante scelte subite dai due coniugi durante il loro matrimonio ed ecco che, alla luce di ciò, scegliere due destinazioni differenti sembra un modo intelligente per non arrivare ad un odioso “punto” di rottura”.