Sospetti che tuo marito sia gay? Ecco come scoprirlo

3 Giugno 2013 - di Claudia Montanari

Era il 2001 quando il bel film “Le fate ignoranti” di Ferzan Ozpetek portò alla ribalta e sdoganò un tema scottante e di sempre maggiore attualità: l’omosessualità degli uomini sposati. Sono trascorsi molti anni da allora, ma la questione continua ad essere tutt’altro che risolta e, malgrado i passi in avanti che la nostra società ha fatto, continuano ad essere numerosissimi gli uomini che, pur sapendo di essere omosessuali, conducono una vita da etero.

I motivi alla base di questa “reticenza” nel vivere alla luce del sole la propria sessualità sono davvero infiniti, ma spesso si annidano in un confuso orientamento sessuale, nella paura di deludere le aspettative di parenti e amici o semplicemente nel non saper gestire quella che, agli occhi di molti, continua ad apparire come una scelta di vita controcorrente. Gli antichi Romani, che evidentemente la sapevano molto più lunga di noi, non si sono mai creati nessun problema intorno all’argomento, facendo convivere serenamente il matrimonio tradizionale con l’omosessualità; da allora però di tempo ne è passato davvero molto e agli esseri umani contemporanei sembra sempre di più essere chiesta una chiarezza di intenti e scelte, sessualità compresa ovviamente. Alla luce di ciò, scoprire, ma anche solo sospettare che il proprio marito o compagno sia gay, apre scenari inquietanti e dolorosi, che necessitano di tempo e soprattutto di una grande sensibilità per poter essere compresi nel modo giusto e gestiti adeguatamente.  

Cosa fare dunque se si ha il dubbio che il proprio marito sia gay? E come capire se ci si trova di fronte ad un uomo confuso sulla propria identità sessuale o semplicemente disamorato?

L’impresa non è delle più semplici e solo il tempo e il dialogo sincero possono fugare questi sospetti, che d’altra parte,nella maggior parte dei casi, non nascono all’improvviso, ma sono il frutto di tutto un insieme di elementi ambigui e di episodi ripetuti nel tempo. Prima di capire come è possibile affrontare una scoperta del genere, che inevitabilmente porta ad un profondo cambiamento nella coppia e nella famiglia, cerchiamo di analizzare brevemente quali sono i segnali “sospetti” che possono darci la conferma che il nostro compagno in realtà è gay:

– Ha un amico troppo speciale. Naturalmente non vi è nulla di male nell’avere delle amicizie intense, ma quando trascorrere del tempo con un amico, magari attraente, diventa prioritario rispetto a tutto il resto,famiglia compresa, ecco che diventa lecito avere dei sospetti.

– Sembra attratto più dagli uomini e guarda materiale di genere. Un uomo eterosessuale può senza dubbio notare l’avvenenza di altri uomini, ma quando questo accade di continuo, forse è il caso di investigare; la stesso discorso vale per la visione di materiale pornografico omosessuale o di siti dedicati a trans. Ovviamente si possono avere delle curiosità che niente hanno a che fare col proprio orientamento sessuale, ma molto più spesso si accede a certi siti in cerca di una risposta alle proprie fantasie o ai propri impulsi.

– Non ha altre donne, eppure non fa sesso con noi. La salute di una  relazione passa quasi sempre per il sesso, attraverso il quale è  possibile capire se le cose stanno funzionando o meno. Se, in assenza di un tradimento, il nostro uomo si dimostra disinteressato al sesso con noi, sicuramente siamo di fronte ad un problema da affrontare; devono esserci naturalmente tutta un’altra serie di segnali per arrivare ad affermare che sia gay, ma resta comunque un campanello d’allarme da non sottovalutare.

Sicuramente questi sono solo alcuni dei segnali inconsapevoli che un uomo può lanciare alla propria compagna per dichiarare la propria omosessualità; non va dimenticato poi che la bisessualità esiste e che spesso, insieme al desiderio della compagnia di una persona dello stesso sesso, convive la voglia di una vita più “tradizionale”, di una famiglia e anche di figli. A questo riguardo, non si può non sottolineare come siano proprio loro, i bambini, quelli più esposti in questo genere di situazioni; proprio per questo, essi dovrebbero avere la precedenza su tutto, anche sul proprio personale dolore.

È molto complicato, se non utopistico, affrontare con leggerezza e “filosofia” accadimenti di questo tipo, che cambiano drasticamente l’equilibrio psicologico di tutti coloro che vi sono coinvolti, esponendoli anche al giudizio sociale, purtroppo ancora molto forte e critico. Sarebbe interessante però imparare a non attribuire un plus valore all’orientamento sessuale che, sebbene sia importante nella vita di ciascun essere umano, ha tuttavia poco a che vedere col valore e con la dignità della persona, qualità che prescindono dal ceto sociale, dai soldi e ovviamente, anche dal sesso.