"micino, bau bau": il segreto per una vita di coppia serena? Il nomignolo

“Micino, bau bau”: segreto per vita di coppia serena? Il nomignolo

19 Febbraio 2014 - di Claudia Montanari

ROMA – Il segreto per una vita di coppia serena e tranquilla? Il nomignolo. O vezzeggiativo, come si preferisce. Insomma, “micino”, “tortellino”, “pucci pucci”, “leprotto” e chi più ne ha più ne metta. Ne è certa Jean Nerko Gleason, professoressa emerita di psicologia dell’Uni­versità di Boston che dopo anni e anni di studi è arrivata a questa conclusione.

Il tenero studio scientifico è stato analizzato da Nino Materi che su il Giornale scrive:

“Secondo l’équipe «scientifi­ca » della prof Gleason, infatti, «l’uso di questi nomignoli ricor­da il linguaggio con cui i genito­ri, le mamme in particolare, si ri­volgono ai bambini piccoli; nell’ambito della coppia, il ri­corso a questi appellativi affet­tuosi e bambineschi è un preci­so segno dell’amore e dell’im­patto emozionale che si nutre nei confronti della persona amata». Alla pur esimia ricercatrice statunitense vorremmo però, umilmente, eccepire che esisto­no uomini (e noi tra questi) che, sentendosi chiamare pata­tino o pisellone ( sempre meglio di pisellino ), potrebbero perfi­no rivalutare il concetto di fem­minicidio. Mentre rifiutiamo a prescindere l’ipotesi che degli uomini possano chiamare la fi­danzata- o peggio, moglie­ cica cica o kiss kiss”

Tuttavia, la professoressa sembra essere convinta e difende la sua tesi:

“«Utilizziamo questo lin­guaggio perché, come nel caso dei bambini, amiamo la perso­na verso la quale indirizziamo il messaggio. Nel cosiddetto amore erotico, ovvero nel senti­mento che in età adulta provia­mo nei confronti del nostro partner, le basi emozionali so­no le stesse che legano i genito­ri ai loro bambini. Questo mo­do di parlare, in pratica è frutto dei nostri ricordi infantili del modo amorevole in cui ci parla­vano papà e mamma, e ha una sua valenza importante anche in età adulta perché comunica intimità e affetto».

La ricercatrice bostoniana continua:

“Tutto questo è frutto della chi­mica dell’amore, in particolare della dopamina, il neurotra­smettitore responsabile della particolare sensazione di be­nessere che proviamo quando siamo innamorati e sappiamo che il nostro partner ci corri­sponde. Questa sostanza si at­ti­va anche nei bambini piccoli in presenza delle coccole di mam­ma e papà, una situazione in cui il bimbo sperimenta la dol­cezza di sentirsi sicuro e amato. Il fatto dunque di rivolgersi al compagno con appellativi in apparenza sciocchi ha le sue ra­dici in questo­meccanismo bio­chimico ed è il sicuro segnale di una buona intesa affettiva di coppia»”