Altaroma Altamoda, Sarli con il gelo: a tutto cashmere

27 Gennaio 2014 - di Claudia Montanari

In questi giorni è in scena Altroma Altamoda, la fashion week romana e, dopo mesi e mesi di caldo improbabile, a Roma è arrivato il gelo. Ovvio. Così, abitini e decolletè senza calze (che-quelle-color-carne-sono-il-male) ho lasciato tutto a Carrie Bradshaw e ci sono andata di cashmere e lana come-se-non-ci-fosse-un-domani.

Maglione Marella in lana con le trecce, pantaloni skinny neri, boots neri con tacco ed ero pronta ad affrontare il freddo.

 

La prima sfilata che non potevo assolutamente perdere era indubbiamente quella di Sarli.

No dico, scherziamo? Nemmeno faccio in tempo a sbavare dietro l’ennesima collezione griffata Sarli, e Terranova così su due piedi ci comunica le sue “dimissioni irrevocabili”?

Per chi non lo sapesse, Carlo Alberto Terranova è l’head stylist della maison Fausto Sarli. 25 anni passati accanto al maestro di moda, dopo la morte di Sarli è diventato direttore creativo della maison.

Non sono molte le sfilate che non voglio assolutamente perdere in occasione di Altaroma Altamoda, fashion week capitolina. Una di queste è indubbiamente quella di Sarli. Sono ormai 5 anni che non me ne perdo una e ci fosse una sola volta una che io sia uscita dalla presentazione insoddisfatta. Nel 2010, quando il grande maestro Sarli è venuto a mancare, avevo una certa ansia dovuta al fatto che forse non avrei più visto il suo tocco magico e invece, con Terranova e Rocco Palermo, mi sono piacevolmente ricreduta.

Anche questa presentazione non mi ha delusa ma Sarli è così: in fondo, datemi dell’alta sartoria, seta, intarsi preziosi e sono pronta a conquistare il mondo.

A dare il via al defilè un abito da sposa indossato da una modella senza tempo. Poi, un dolce tripudio di colori pastello e tessuti morbidi per una collezione dedicata ad una donna sofisticata ed elegante ma allo stesso dinamica e moderna.

Insomma, c’è poco da dire: Sarli è una sicurezza.

E poi? E poi niente, nemmeno finisco di ammirare la nuova collezione che Terranova ci dice che se ne va. “Per il profondo dissenso con l’attuale amministrazione riguardo ai criteri seguiti nella produzione artistica ed economica della società ” dice.

Carlo Alberto, ti prego, non te ne andare. Fallo per noi. Chi ce lo regalerà ancora, il brivido del tocco di Sarli?