Presentazione del Film Diaz

Presentato il film “Diaz” sul G8 di Genova

6 Aprile 2012 - di lbriotti

ROMA – Presentato a Roma il film “Diaz – Don’t clean up this blood” di Daniele Vicari, con Claudio Santamaria, Jennifer Ulrich, Elio Germano, Davide Iacopini, Ralph Amoussou, Fabrizio Rongione, Renato Scarpa, Mattia Sbragia, Paolo Calabresi, Alessandro Roja, Rolando Ravello, Monica Birladeanu, Emilie De Preissac, Aylin Prandi, presso la libreria Fandango Incontro in via de’ Prefetti. Sono intervenuti, oltre al regista e al cast (mancano Amoussou, Ravello, Birladeanu, De Preissac e Prandi): gli sceneggiatori Laura Paolucci ed Emanule Scaringi, e Alessia Giuliani, la sorella di Carlo Giuliani.

La pellicola racconta, come premessa, i disordini avvenuti durante il G8 di Genova svoltosi nel luglio 2011, (durante i quali viene ucciso Carlo Giuliani), con le scene di guerriglia urbana, l’irruzione da parte delle forze dell’ordine nel complesso scolastico Diaz-Pascoli, sede del Media Center del Genoa Social Forum, dove vengono tratte in arresto 93 persone di diverse nazionalità, molte delle quali saranno trasferite nell’inferno della caserma-carcere di Bolzaneto. Qui, senza ricevere spiegazioni né essere informati di cosa sono accusati, i fermati subiscono per tre giorni violenze di ogni genere. I fatti narrati nel film (“non ci siamo inventati niente”, ha detto Vicari) sono tratti dagli atti processuali e dalle sentenze della Corte d’Appello di Genova del 5 marzo e del 19 marzo del 2010.

“Questo è il paese della lotta al terrorismo – sbotta il regista – e leggendo gli atti si capisce che non è così”. Sul comportamento delle forze dell’ordine nella vicenda, “lo spirito di corpo – interviene Procacci – sconfina con l’omertà ed è molto più forte del senso della Stato”. Vicari, pur riconoscendo che il lavoro dei magistrati ha tirato fuori vicende documentandole, ha dichiarato: “Le istituzioni hanno il dovere di dire qualcosa per non perpetuare l’inciviltà che c’è stata alla Diaz e a Bolzaneto. C’è un problema di democrazia e di silenzio sulla verità”. “In un Paese – ha aggiunto Procacci – dove si confonde la prescrizione con l’assoluzione, finisce tutto così”, senza colpevoli.

Si tratta di due ore dense e drammaticamente tese in cui Vicari ricostruisce quella che è stata definita da Amnesty International: “La più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la Seconda Guerra Mondiale”. Il film è prodotto da Fandango, in coproduzione con Mandragora Movies (Romania) e Le Pacte (Francia), in associazione con Sofica A Plus Image 3 e il supporto di Centrul National al Cinematografiei, realizzato con il contributo dei Beni Culturali – Direzione Cinema e la partecipazione della Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige e della BLS. La colonna sonora di ‘Diaz’, con la musica originale di Teho Teardo eseguita con il Balanescu Quartet, è disponibile su cd Radiofandango.

La trama:
Luca è un giornalista della Gazzetta di Bologna. È il 20 luglio 2001, l’attenzione della stampa è catalizzata dagli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine durante il vertice G8 di Genova. In redazione arriva la notizia della morte di Carlo Giuliani. Luca decide di partire per Genova, vuole vedere di persona cosa sta succedendo. Alma è un’anarchica tedesca che ha partecipato agli scontri. Sconvolta dalle violenze cui ha assistito, decide di occuparsi delle persone disperse insieme a Marco, un organizzatore del Genoa Social Forum, e Franci, una giovane avvocato del Genoa Legal forum. Nick è un manager che si interessa di economia solidale, arrivato a Genova per seguire il seminario dell’economista Susan George. Anselmo è un vecchio militante della CGIL e con i suoi compagni pensionati ha preso parte ai cortei contro il G8. Etienne e Cecile sono due anarchici francesi protagonisti delle devastazioni di quei giorni. Bea e Ralf sono di passaggio e hanno deciso di riposarsi alla Diaz prima di partire. Max, vicequestore aggiunto del primo reparto mobile di Roma, comanda il VII nucleo e non vede l’ora di tornare a casa da sua moglie e sua figlia.
Luca, Alma, Nick, Anselmo, Etienne, Marco e centinaia di altre persone incrociano i loro destini la notte del 21 luglio 2001.

(Foto LaPresse)