Meghan Markle visita la sede dell'associazione Justice for Girls

Il padre di Meghan Markle spiega perché ha reso pubblica la loro corrispondenza

20 Gennaio 2021 - di Silvia_Di_Pasquale

Thomas Markle, padre di Meghan Markle, ha rivelato le motivazioni che lo hanno spinto a rendere pubblici i contenuti della lettera che la figlia gli aveva scritto nell’agosto 2018.

Come si legge su EOnLine, Thomas ha detto all’Alta Corte del Regno Unito di aver agito così perché sentiva di essere stato “diffamato” da un articolo di People che descriveva la sua relazione con la Duchessa.

La sua dichiarazione recita:

“Quando ho letto l’articolo ‘La verità su Meghan’ sulla rivista People sono rimasto scioccato da quello che diceva di me”.

“Era una bugia totale. Ha travisato il tono e il contenuto della lettera che Meg mi aveva scritto nell’agosto 2018, ho subito deciso che volevo correggere questa falsa dichiarazione”.

L’ex direttore alla luci di Hollywood ritiene che l’articolo suggerisse in qualche modo che Meghan lo amasse e volesse riparare la loro relazione.

Tuttavia, Thomas Markle dice di aver percepito che la lettera come “una critica” a lui, aggiungendo:

“In realtà ha segnato la fine della nostra relazione, non una riconciliazione”.

Rispetto al fatto che il Daily Mail non abbia pubblicato la lettera nella sua interezza, Thomas afferma di aver preteso questa condizione.

“La scelta è stata mia. Non volevo che l’intera lettera venisse pubblicata”.

“Il motivo era perché pensavo che la lettera nel suo insieme facesse sembrare Meg terribile. Non voglio attaccarla o ferirla”.

Leggi anche: Meghan Markle non ha scritto da sola la lettera al padre Thomas.

Gli avvocati di Meghan Markle chiedono il giudizio abbreviato contro i tabloid britannici.

Il legali della duchessa del Sussex puntano al giudizio abbreviato per la querela contro il Mail per la pubblicazione delle lettere private indirizzate al padre.

Gli avvocati sono andati all’attacco denunciando la pubblicazione delle lettere da parte del Mail on Sunday come una “grave ed evidente violazione della privacy” della loro assistita, “un assalto alla sua vita privata e familiare”.

La Corte dovrebbe stabilire oggi se esistano i presupposti per un rito abbreviato e per un giudizio immediato, come il sistema britannico prevede in certe circostanze.