Jennifer Aniston, donna sexy solo nei film: "Dal vivo preferisco far ridere"

Jennifer Aniston, donna sexy solo nei film: “Dal vivo preferisco far ridere”

5 Agosto 2013 - di Claudia Montanari

LOS ANGELES – Sono lontani i tempi in cui interpretava “Rachel Green” nella fortunata serie televisiva “Friends“. Ora Jennifer Aniston è cresciuta, professionalmente e come donna ma conserva l’ironia e l’allegria che l’hanno sempre contraddistinta. In poco tempo è passata dall’essere “la moglie di Brad Pitt” a “la poverina “scaricata” da Brad Pitt”, Jennifer Aniston non ha mai messo da parte la carriera.

Giovanna Grassi scrive sul Corriere della Sera:

Quattro film in pista di lancio, un impegno dietro l’altro come protagonista brillante e drammatica, una delle pellicole ultimate (Life of Crime ) tratta da un libro di Elmore Leonard pronta per il Festival di Toronto, un’altra che sta girando (Squirrels on the nut ) scritta e diretta nientemeno che da Peter Bogdanovich, e Come ti spaccio la famiglia in uscita come annunciato successo estivo, Jennifer Aniston è diventata l’emblema di una rivincita femminile e la 40enne d’assalto del cinema americano”

Intervistata da Giovanna Grassi, Jennifer Aniston rivela se stessa. Di seguito, l’intervista completa apparsa sul Corriere della Sera:

Nell’atteso film di Rawson Marshall Thurber “Come ti spaccio la famiglia” (in Italia dal 12 settembre), Jenny riserva sorprese nella parte di Rose, una spogliarellista molto sexy: un ruolo per il quale, dice, «ho studiato molto. Che fatica per imparare». Racconta: «Resto senza lavoro perché rifiuto di accompagnarmi ai clienti. David Miller, il mio vicino di casa impersonato da Jason Sudeikis, è un piccolo trafficante di Marijuana che si ritrova in un mare di guai. Così mi propone di accompagnarlo in Messico per recuperare una grossa partita di droga da portare negli Usa in camper. Io ne impersono la finta moglie e madre dei suoi due figli adolescenti, e, sì, faccio uno strip super hard anche di fronte ai boss della droga. Mi ha molto divertita questa commedia, che mette alla berlina tanti luoghi comuni americani sulla vita familiare sempre idilliaca e sul successo obbligato per tutti, che non rispecchiano le difficoltà del mio Paese».

D: Come è passata da una tappa all’altra?
«Il tempo va avanti, mi sono presa la responsabilità della mia vita, della mia carriera, delle mie scelte: anche se tutti dicevano il contrario, non mi sono mai sentita una vittima».

D: Sembra destinata a essere una sorta di nuova Shirley McLaine. È soddisfatta?
«La mia carriera è iniziata quando avevo 11 anni contro il volere di mio padre, un attore che per primo ha vissuto gli alti e bassi del mestiere. I tanti stereotipi che via via mi venivano assegnati mi hanno sempre e solo fatto sorridere».

D: Eppure non dev’essere sempre stato facile…
«Non ho mai commentato scelte e impegni privati e professionali del mio ex marito. Ho solo cercato di dimostrare che potevo essere un’attrice diversa dalla ragazza che tanti coetanei nel mondo avevano imitato in “Friends”».

D:All’anteprima il pubblico rideva per le gesta della finta famiglia Miller ma la vicenda della partita di droga e suoi spogliarelli hanno fatto scattare il divieto per gli adolescenti…
«Le commedie Usa ultimamente sono o troppo sdolcinate o scostumate. Mi pare che questo nostro lavoro faccia ridere e al tempo stesso riflettere perché non tutti cercano solo il successo: l’America e il mondo sono pieni di outsider, proprio come i Miller».

D: Come ha conservato un equilibrio stando sempre sotto i riflettori?
«Sono cresciuta a Los Angeles, con Hollywood dietro l’angolo: ne conosco inganni e trabocchetti e ho imparato quelli della vita e dei sentimenti che mutano. Hollywood è maestra nel mescolare le carte dell’immaginazione e della realtà e nel creare stereotipi. Basta saperlo».