Claudio Santamaria calvo ai David: si toglie cappello e...FOTO

Claudio Santamaria calvo ai David: si toglie cappello e…FOTO

19 Aprile 2016 - di Silvia_Di_Pasquale

Claudio Santamaria calvo ai David di Donatello. Per ricevere il premio come migliore attore protagonista, l’attore si è presentato sul palco dei David di Donatello senza togliersi il berretto. Ricevuta la statuetta da Valeria Golino per il film “Lo chiamavano Jeeg Robot” , l’attore ha mostrato cosa “nascondeva” sotto il cappello: un taglio di capelli a dir poco curioso. Claudio Santamaria si è rasato per esigenze di copione. Il suo look si deve al film che sta girando attualmente: Brutti e cattivi.

Claudio Santamaria, 41 anni, è nato a Roma il 22 luglio 1974. Per calarsi nei panni di Enzo-Hiroshi è dovuto ingrassare di 20 chili. Come ha spiegato al Corriere della Sera:

“Al provino Gabriele (Mainetti,il regista) mi ha detto che avevo la trasparenza e l’ombrosità giuste, ma che ci voleva un corpo pesante, una corazza da orso. Mi sono allenato in palestra e ho iniziato a mangiare cinque volte al giorno, dosi massicce di proteine e due etti e mezzo di pasta. Sono arrivato a pesare un quintale”. Per il ruolo di Rino Gaetano era dimagrito parecchio: “Ero dimagrito di 10 chili, lì ho capito che fare l’attore è una missione”.

Non è mancato un accenno alla vita sentimentale di Claudio Santamaria, considerato uno degli attori italiani più affascinanti del panorama cinematografico contemporaneo:

“Perché un rapporto funzioni serve complicità: fisica, emotiva e di testa”. Si riconosce nell’immagine di sex symbol? “Sì, nel senso che vivo il sesso in maniera libera. Mi danno del tenebroso, ma sono solare”. Si sente un seduttore? “Piuttosto un cacciatore passivo. Aspetto gli eventi e credo nel colpo di fulmine: quando scatta qualcosa, mi muovo”. Qual è l’arma segreta delle donne? “Intuito, sensibilità… Ma penso che in tutti noi ci sia un lato maschile e uno femminile. L’essere umano è complesso e credo che ognuno dovrebbe seguire il proprio sviluppo naturale, senza forzature. Non sono uno di quei genitori che impongono alle femmine di giocare con le bambole, ai maschi con le macchinine. Mia figlia è ancora piccola, ma cerco comunque di assecondare le sue inclinazioni. Di intervenire solo se osservo comportamenti poco rispettosi di se stessa o degli altri”. Foto Ansa.