Tav, Fulvia Bandoli: “Il nostro progetto di allora e il perché continuiamo ad avere dubbi”

6 Marzo 2012 - di luiss_vcontursi

ROMA – Blocchi, cariche, manifestazioni in tutta Italia: torna alla carica il problema della Tav in Val di Susa e dei no Tav che non la vogliono. Sull’argomento, qualsiasi cosa accada, è una la domanda tra tutte che in molti si chiedono: perché tanto accanimento contro un’opera che da molte parti ci viene venduta come “il progresso”? La solita particolare propensione italiana per volere il progresso ovunque tranne che a casa propria?

Sull’argomento ci sono tesi tra loro molto discordanti, vogliamo qui riproporvi quella di Fulvia Bandoli che in qualche modo ci riporta indietro di vent’anni a quando il progetto Tav fu partorito e ci documenta il perché lei, e gli altri ambientalisti, hanno da sempre criticato aspramente l’opera e poi, nel corso degli anni, hanno quantomeno tentato di “limitarne i danni”. Leggiamo sul sito “Donnealtri”:

Il progetto TAV ( alta velocità ferroviaria) comincia ad essere pensato e progettato dentro ff.ss. oltre venti anni fa e su quell’ipotesi si apre subito un dibattito serio e ampio in Italia.

Due erano le proposte che in quegli anni oramai lontani si confrontavano: da una parte il progetto TAV che prevedeva una direttrice verticale napoli milano e una orizzontale venezia torino fino a lione. Treni super veloci, su binari diversi da quelli normali, con pendenze diverse, molte gallerie e dunque tanti scavi, costi alti e tempi molto lunghi di realizzazione. A sostegno di questo progetto non solo le ff.ss. ma i governi dell’epoca, i poter forti, l’impregilo e la Fiat in primis ma anche alcune cooperative, diverse banche, e anche i sindacati che pensavano ne potesse venire lavoro e occupazione.

Dall’altra parte invece mettemmo a punto un progetto alternativo e diverso che prevedeva detto in breve il raddoppio di tutta la rete esistente , l utilizzo della vecchia rete per le merci in modo da arrivare anche noi a standard europei nel trasporto di merci su ferro, e l’utilizzo della nuova rete che doveva viaggiare in parallelo un po più veloce per le persone, ma per tutti, pendolari in primis e cittadini tutti . Questo progetto sarebbe stato fattibile in 6/8 anni e avrebbe comportato costi che erano la metà e forse anche meno di quelli che si sono spesi per la Tav.

Ecco perchè continuare a porre dubbi su quella scelta è legittimo, non è eversivo di nulla e soprattutto non è una scelta irresponsabile, come qualcuno dice. Anche sul nucleare eravamo degli irresponsabili noi che non lo volevamo dall’inizio, e invece adesso tutti hanno capito che una tecnologia che non sa chiudere il suo ciclo è essa si irresponsabile e pericolosa.

Lady V