Lacoste dice stop all'angora. Peta: "Lo faccia anche Benetton"

Lacoste dice stop all’angora. Peta: “Lo faccia anche Benetton”

8 Gennaio 2015 - di Claudia Montanari

PARIGI – Stop alla produzione di capi in lana d’angora: Lacoste dice basta all’angora e ha chiesto di essere inserita nella lista delle Peta delle aziende cruel-free. La lana d’angora è un tipo di lana dalle proprietà morbide e calde che viene prodotta con il pelo di coniglio d’angora. Tuttavia, un video girato nel 2013 dalla Peta ha messo in luce l’orrore di un particolare allevamento cinese in cui ai conigli veniva letteralmente strappata di dosso la pelliccia mentre erano ancora vivi e coscienti. Ed è proprio dagli allevamenti cinesi che molti grandi aziende di abbigliamento acquistano la lana di angora. Dopo lo scandalo messo in luce dalla Peta, dunque, molte delle aziende stanno tentando di correre ai ripari. Sono numerosi i marchi che già hanno rinunciato all’acquisto e all’uso di lana d’angora, tra cui Calvin Klein, Tommy Hilfiger, Puma e Victoria’s Secret. Ora si aggiunge anche Lacoste che in una nota ufficiale ha dichiarato la rimozione di tutti i prodotti in lana d’angora, chiedendo inoltre di essere aggiunta alla lista di Peta dei rivenditori cruel-free. Si legge nella nota: “Come parte della politica di responsabilità sociale, possiamo confermare che Lacoste non ha in programma di utilizzare fibre di angora nelle sue prossime collezioni”.

la Peta ha accolto con entusiasmo la notizia arrivata da Lacost e lancia un monito a tutte quelle aziende che ancora utilizzano la lana d’angora per la propria produzione. Tra queste, anche il nome di Benetton. Mimi Bekhechi, direttore di Peta, ha affermato:

“La produzione di fibre di angora è crudele e Peta invita i pochi rivenditori rimanenti, tra cui Benetton, a imparare dall’esperienza di Lacoste e a dimostrare che la crudeltà verso gli animali non trova posto nei loro negozi. Non c’è alcun modo per ottenere l’angora in modo responsabile e questa è la ragione per la quale molte società si sono orientate verso tessuti etici, ottenuti senza bisogno degli animali”. 

Fonte: OneGreenPlanet

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