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Suor Cristina Scuccia a The Voice non dovrebbe vincere? Ecco perché

ROMA – Suor Cristina Scuccia: “Una splendida operazione mediatica che si aggiudicherà la finale di The Voice ma che in realtà non dovrebbe vincere”. Francesca D’Angelo non ha peli sulla lingua e su Libero Quotidiano esprime il suo dissenso in merito a Suor Cristina Scuccia, la suora rivelazione del talent show The Voice 2 che con le sue doti canore ha fatto emozionare giudici e pubblico a casa.

Secondo quanto si legge su Libero Quotidiano, la suora non dovrebbe vincere il format e Francesca D’Angelo spiega i suoi motivi:

“Almeno, non per le ragioni in nome delle quali dice di essersi presentata. Come si ricorderà, infatti, fin da subito Suor Cristina aveva dato un valore di testimonianza alla sua partecipazione, spiegando: «Io ho un dono e quindi ve lo dono». Peccato però che, in passato, la nostra si fosse già presentata (senza abiti da suora) sia a X Factor sia ad Amici, venendo immancabilmente scartata. Dopodiché, come ha raccontato in un’intervista al settimanale Credere, rilasciata ben prima di entrare a The Voice of Italy, aveva trovato la fede e, di conseguenza, aveva rivalutato la sua ansia di successo: trovata la pace interiore, aveva abbracciato il noviziato, andando addirittura in missione all’estero. Adesso però ce la ritroviamo a The Voice, un talent appositamente nato per creare le stelle nascenti della musica italiana… Non è dato sapere se la nostra stia peccando di troppa ingenuità, credendo davvero di riuscire a gestire un tritacarne quale è il mondo dello spettacolo, o se, come alcuni maliziosi sostengono, stia furbescamente approfittando del suo status di suora per crearsi un personaggio”

Non solo. Secondo Francesca D’Angelo, Suor Maria Scuccia non è nemmeno un mostro canoro:

“Uno a caso dei concorrenti di Amici è molto più bravo di lei, nonostante la differenza d’età. Per questo dunque non dovrebbe vincere. Ma così non sarà perché c’è, appunto, il fattore abito. Il successo di Suor Cristina poggia principalmente sullo stupore dello spettatore nel vedere una suora brava a cantare. Come se la fede fosse una menomazione, al pari di una disabilità che impedisca di primeggiare nella vita. E il paradosso è proprio questo: non ci si emoziona perché vengono cantati dei bei testi religiosi, ma perché un religioso ha una bella voce”

Insomma, una suora come “fenomeno mediatico”:

“Il che non è esattamente il risultato di testimonianza a cui aspirava Suor Cristina, a meno di non sposare la filosofia del «purché se ne parli». La diretta interessata comunque non se ne cura e sembra stare perfino al gioco: sul palco si è fatta immortalare mentre faceva, con grinta e forza, le corna verso il cielo. Un gesto non esattamente consono a una testimone di Dio”

Claudia Montanari

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