Salute

Il consumo di formaggio potrebbe essere associato a un minor rischio di demenza

Mangiare il formaggio potrebbe essere associato a un minor rischio di demenza. E’ quanto suggerisce uno studio pubblicato sulla rivista Nutrients. I ricercatori giapponesi hanno monitorato la salute e le abitudini alimentari di oltre 1.500 over 65, riscontrando che coloro che mangiavano regolarmente formaggio ottenevano risultati migliori nei test cognitivi e avevano un minor rischio di demenza. Sono tuttavia necessari ulteriori studi per confermare i risultati.

Gli studiosi del Centro nazionale di geriatria e gerontologia della città di Obu, in Giappone, hanno notato che già studi precedenti suggerivano che l’attività fisica, una dieta mediterranea, l’assunzione di latticini e un consumo moderato di vino potessero ritardare o prevenire la demenza e il declino cognitivo. Queste ricerche sono state il loro punto di partenza.

Come è stato svolto lo studio

Per analizzare il legame tra la salute del cervello e i latticini, il team ha analizzato i dati di 1.504 partecipanti di età pari o superiore a 65 anni a Tokyo, tutti interrogati sulle loro abitudini alimentari e sullo stato di salute. Circa otto su dieci includevano il formaggio nella loro dieta, quotidianamente (27,6%), una volta ogni due giorni (23,7%) o una o due volte alla settimana (29,7%).

I volontari hanno completato un esame in 30 punti per testare la loro funzione cognitiva, che comprende verifiche su orientamento, attenzione, memoria, linguaggio e abilità visuo-spaziali. Nello specifico, i partecipanti hanno riferito anche di aver mangiato formaggi a muffa bianca, come brie, camembert e formaggio cremoso (15,3%), formaggi freschi, tra cui feta, mascarpone e ricotta (13%) e formaggi a muffa blu, come stilton, gorgonzola e brie blu. (2,5%).

Cosa evidenzia la ricerca

I risultati hanno mostrato che i partecipanti che includevano il formaggio nella loro dieta hanno ottenuto migliori risultati nei test. Ma attenzione, c’è un risvolto della medaglia: i risultati mostrano che avevano anche colesterolo e zucchero nel sangue più alti. Inoltre, sono necessari studi di follow-up per confermare l’esito della ricerca, che resta comunque circoscritta a un campione di persone. FONTE Daily Mail.

Silvia_Di_Pasquale

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