Ansia e depressione sono prepotentemente entrate a far parte della vita di milioni di persone con la pandemia da Covid-19.
I vari lockdown hanno stravolto gli equilibri familiari e avuto un impatto negativo sulla psiche, soprattutto delle donne.
Secondo un sondaggio Eurodap, per il 73% delle donne la pandemia ha complicato la vita, aumentando gli impegni e lo stress.
Ciò che ha inciso di più è stato il maggiore carico lavorativo: se da un lato lo smart-working può essere ritenuto utile e funzionale, dall’altro la mancata interazione con i colleghi, la continua reperibilità e le maggiori distrazioni dalle necessità familiari non aiutano a mantenere i livelli di stress sotto soglia.
Come si legge sul Daily Mail, alcune ricerche sembrerebbero suggerire che i bagni molto caldi potrebbero avere un effetto positivo contro la depressione.
Il calore è emerso come potenziale trattamento dopo che si è scoperto che quando le persone con depressione hanno la febbre, anche per un semplice raffreddore, il loro umore migliora.
Questa ipotesi è stata resa nota per la prima volta nel 1995 sulla rivista Biological Psychiatry.
Da quel momento una serie di piccoli studi hanno sostenuto l’idea che il calore potesse aiutare, come emerso durante il meeting annuale 2016 della Society of Biological Psychiatry ad Atlanta negli Stati Uniti.
Per arrivare a tale conclusione sono stati usati strumenti riscaldanti attorno ai pazienti con grave depressione, aumentando la loro temperatura corporea a 38,3 ° C.
Il riscaldamento è stato quindi poi spento e i pazienti si sono raffreddati per un’ora.
I ricercatori della Wisconsin University, negli Stati Uniti, hanno scoperto che il 60% dei pazienti ha risposto al trattamento e il 40% ha soddisfatto i criteri per la remissione dalla depressione dopo una singola sessione.
Ci sono diverse teorie sul perché il calore potrebbe aiutare. Sottolineiamo teorie, perché il campo in cui ci si muove è quello.
Uno è che la depressione è stata recentemente associata ad alti livelli di infiammazione generale nel corpo, quindi la teoria è che il calore possa aumentare i livelli di composti antinfiammatori.
Un’altra teoria è che la sensazione di riscaldare il corpo possa semplicemente rilassare i pazienti, rendendoli meno inclini a pensieri negativi. Dunque si tratterebbe di un effetto quasi placebo.
Nota bene: l’articolo non vuole in alcun modo dimostrare che il calore possa essere la cura alternativa ai farmaci o alla terapia psicologica.
Ansia e depressione, quando compromettono l’andamento della vita di chi ne soffre, devono essere diagnosticati e trattati con l’aiuto di uno specialista, come un neurologo o uno psichiatra.
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