Sette ore e mezza di sonno sono quelle giuste per preservare la salute del cervello.
Secondo una nuova ricerca, coloro che dormono oltre questo tempo, o meno, vanno incontro a un declino cognitivo maggiore. Né poco né troppo, questa è la chiave giusta.
Come si legge sul Daily Mail, il neurologo della University Sleep Medicine Center, il dottor Brendan Lucey, ha dichiarato:
“Il nostro studio suggerisce che esiste una fascia media, o punto debole, per il tempo totale di sonno in cui le prestazioni cognitive sono rimaste stabili nel tempo.
“Tempi di sonno brevi e lunghi sono stati associati a prestazioni cognitive peggiori”. Questo “forse a causa di un sonno insufficiente o di una scarsa qualità del sonno.”
Nello studio, pubblicato sulla rivista Brain, 100 anziani con un’età media di 75 anni, hanno dormito con un piccolo monitor attaccato alla fronte quasi tutte le notti.
E’ stata misurata la loro attività cerebrale durante il sonno per una media di quattro anni e mezzo.
Gli scienziati hanno anche prelevato il liquido cerebrospinale, che si trova all’interno del tessuto che circonda il cervello. Poi il midollo spinale, per misurare i livelli delle proteine dell’Alzheimer.
I punteggi cognitivi sono diminuiti per i gruppi che hanno dormito per quello che sarebbe l’equivalente di meno di cinque ore e mezza o più di sette ore e mezza a notte.
Già ricerche precedenti avevano evidenziato che la perdita di memoria, la confusione e l’essere più lenti nell’imparare cose nuove, tutti sintomi dell’Alzheimer, sono collegati a un sonno scarso.
Anche i ricercatori del laboratorio del sonno dell’università di Camerino (Macerata), guidati dal prof. Michele Bellesi della Scuola di Bioscienze e Medicina Veterinaria, si stanno occupando del rapporto tra sonno e Alzheimer.
Il progetto Unicam ha ottenuto un importante finanziamento da parte della fondazione inglese “Alzheimer’s Research UK”.
La ricerca consentirà agli studiosi di testare, per la prima volta, se il miglioramento della qualità del sonno possa ritardare o bloccare l’insorgenza dell’Alzheimer e di altre malattie neurodegenerative.
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