ROMA – Non è solo una questione di “fame”. Anche la forma del cibo influisce sull’appetito e sulla quantità di calorie ingerire.
Secondo uno studio pubblicato su “Appetite” infatti vi è un grande legame tra aspetto di ciò che si mangia e calore assunte: pietanze più “morbide”, come le puree di verdure, le lasagne e i pomodori pelati, che vengono ingerite in grandi bocconi e sottoposti a pochi atti masticatori, hanno un tasso assunzione al minuto considerevolmente maggiore del cibo solido.
Dunque, risulta meno appagante una porzione di purè che la stessa quantità di patate. Ecco spiegato perché le pietanze consumate con piccoli morsi e masticate per lungo tempo aumentano il senso di sazietà riducendo le quantità di cibo assunte.
Secondo la ricerca, sviluppata dai ricercatori del Centro di Ricerca Nestlè (Nrc) con la collaborazione dell’università di Wageningen (Paesi Bassi), vi è dunque un forte legame tra forma e consistenza di cibo e senso di sazietà e, di conseguenza, assunzione di nutrienti e calorie.
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