"Siamo tutti puttante", Chirico: "Corpo o mente, usiamo doti per farci strada"

“Siamo tutti puttane”, Chirico: “Corpo o mente, usiamo doti per farci strada”

8 Maggio 2014 - di Claudia Montanari

ROMA – “Siamo tutti puttane” strilla Annalisa Chirico dalla copertina del suo libro e spiega, ad Anna Maria Greco del Giornale:

“Uso questo termine in senso lato per indicare le persone che vogliono farsi strada, riuscire nella vita. E per farlo usano le doti avute dalla sorte come meglio possono, che siano del corpo o della mente”.

Indaga Anna Maria Greco: sono quindi vengono messi sullo stesso piano un carisma innato, una men­te brillante o un invidiabi­le decolletè:

“Credo che ci sia ec­cessiva atten­zione al corpo, troppa prude­rie. Uni per rispondere allamare non per quello che faceva ma per ciò che presumeva essere: moralmente superiore“.

La portavoce della Li­sta Tsipras Paola Bacchiddu per raccogliere voti come can­didata alle europee ha posta­to su Facebook e Twitter la sua foto in bikini, scrivendo: io uso qualunque mezzo:

“Ed è stata criticata per questo anche da sinistra. Invece la sua è una trovata goliardica e va d’ac­cordo con la tesi del mio libro: il ri­fiuto di ogni stereotipo della sini­stra femminista bacchettona, che ci ha fatto credere di dover scegliere tra Belen e una dotta professoressa, tra madonne e puttane. Non può essere così. Ri­cordo Bersani che diceva: Belen non potrà essere mai un modello per mia figlia. Come lui parlano tanti esponenti di sinistra, oppo­nendo al berlusconismo il bol­drinismo. Mentre Renzi ha capi­to che è un errore e si è smarca­to “.

Il libro “Siamo tutti puttane” è nato quando Annalisa Chirico seguiva il processo a Berlusconi per lo scandalo Ruby, dove sfilarono, sul banco dei testimoni le famose Olget­tine, le ragazze che animavano, nel contorno della villa di Berlusconi ad Arcore, le serate con le “cene eleganti”:

“Da cronista ho visto lì confon­dere il reato con il peccato. Ho provato rabbia e incredulità sen­tendo fare alle 33 ragazze, non im­putate ma testimoni, domande piccanti sulla lingerie e i compor­tamenti sessuali. Mentre giornali­ste di sinistra facevano credere di difendere la dignità della donna quando strumentalizzavano quelle ragazze in chiave anti Ber­lusconi. Come se l’unico assillo delle donne italiane fosse l’indo­mito fallo dell’allora premier”.

Annalisa Chirico, ancora, sostiene:

“Il mio è un femmini­smo libertario, opposto a quello salottiero che vorrebbe imporre modelli da Arabia Saudita, dice al­le donne di coprirsi, censura la pubblicità che usa il corpo femmi­nile”

sostiene ancora Annalisa Chirico.