Il politico italiano? Meglio in abito scuro, in tuta è poco credibile
17 Febbraio 2012 - di Claudia Montanari
ROMA- Benchè qualcuno continui a sostenere che sia un luogo comune pensare che la moda rientri davvero in tutti i settori, forse così sbagliato non è.
Ce ne ha dato prova, questa volta, una rivista seria e impegnata quale “Italianieuropei”, diretta da Massimo D’Alema e Giuliano Amato che ha dedicato il focus di febbraio all’immagine del corpo nella moda, nel cinema, nella fotografia. E, a sorpresa, la politica viene presa in oggetto come “questione di stile”: esiste ancora un look di destra e uno di sinistra?
Nell’analisi del guardaroba dei principali leader politici del mondo passati e presenti, si va dallo “stile Gomulka” alle handbag della Lady di ferro. Qualche stoccata ai nostri leader italiani: ”Ai politici risulta sempre difficile vestire casual e risultare allo stesso tempo autorevoli. Malgrado l’esempio pioneristico e quasi eroico di Walter Veltroni di adottare per molti anni il look disimpegnato vagamente kennediano della camicia blu button down della Brooks Brothers, il politico italiano, per consolidati motivi storici, in abito sportivo e informale perde di credibilita'”.
“Il ripetuto tentativo da parte di Romano Prodi di esibirsi pubblicamente in tuta da jogging come se tale mise gli conferisse quell’aspetto giovanile e sportivo che decisamente gli manca, è forse l’esempio più allarmante di questa tendenza”.
E Berlusconi? La rivista dichiara: “si presenta in modo poco convincente, quasi da rasentare inavvertitamente il registro comico, in tenuta da tennis o in tuta da jogging – per tacere della bandana copricalvizie – il risultato suggeriva un uomo (e quindi un intero progetto politico) poco credibile”.