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Sterile, resta incinta con la “riattivazione ovarica in vitro”

TOKYO – Restare incinta pur essendo sterile: il sogno della maternità nei casi di “menopausa precoce” si può realizzare grazie ad una nuova tecnica all’avanguardia messa a punto da un team di medici della Stanford University (California) e della St. Marianna University School of Medicine a Kawasaki, in Giappone.

La tecnica, battezzata ”riattivazione ovarica in vitro”, consiste nel risvegliare in provetta le ovaie delle pazienti e poi ritrasferirle nel loro utero. Ha già consentito di dare alla luce un bebè, un maschietto, e un’altra paziente è attualmente incinta. E’ proprio in Giappone che per mano del medico Kazuhiro Kawamura è nato il primo bebè, un maschietto sano.

La riattivazione delle ovaie in vitro è un’invenzione che potrà aiutare donne che oggi non possono in alcun modo avere un figlio proprio perché non riescono a produrre ovociti. Si tratta di donne colpite dalla cosiddetta ‘insufficienza ovarica primaria’, un difetto dell’ovaio, caratterizzato dalla scomparsa prematura dei follicoli ovarici molto prima dei 40 anni.

I ricercatori hanno capito che nelle ovaie di queste donne sterili vi sono ancora delle ”chance” di procreare, ovvero vi sono ancora dei follicoli, benché piccoli e ”spenti”, disattivati. Gli esperti hanno scoperto come risvegliarli. Sapevano che, frammentando il tessuto ovarico, i follicoli spontaneamente si riattivano. Poi avevano scoperto che spegnere un interruttore molecolare, la proteina PTEN, è un altro modo per riattivare i follicoli ovarici.

Allora hanno deciso di combinare i due metodi usandoli in vitro su porzioni ovariche di pazienti. Sono partiti da un campione di 27 donne con insufficienza ovarica primaria, di età media 37 anni e che mediamente avevano avuto l’ultima mestruazione sette anni prima.

Gli esperti hanno visto che nei tessuti ovarici di 13 delle 27 donne vi erano ancora dei follicoli residui e li hanno riattivati in vitro con il metodo della frammentazione e contemporaneamente spegnendo Pten. Poi con la laparoscopia hanno reinnestato alle pazienti le loro ovaie e ne hanno seguito cosa succedeva ai follicoli riattivati con ecografie periodiche. Hanno anche sottoposto le pazienti a terapie ormonali per stimolare ulteriormente l’ovaio risvegliato in vitro ed hanno infine raccolto gli ovociti, poi fecondati in vitro.

La riattivazione ovarica è una cura per le donne che finora potevano avere un figlio solo con gli ovociti donati da altre donne, ma gli scienziati sperano di poter sfruttare questa tecnica anche per risolvere altri casi di sterilità.

(Nella foto il dottor Kazuhiro Kawamura con il bebè che ha fatto nascere)

Mari

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