Gravidanza: animali sì o no? Verità su Toxoplasmosi e ira dei veterinari

Gravidanza: animali sì o no? Verità su Toxoplasmosi e ira dei veterinari

21 Novembre 2013 - di Claudia Montanari

ROMA – Pericolo Toxoplasmosi? No grazie. Almeno, non in questi termini. La puntata de “I fatti vostri” andata in onda il 19 Novembre scorso ha fatto infiammare gli animi dell’Anmvi, Associazione nazionale medici veterinari italiani:Disinformazione scientifica e incoraggiamento all’abbandono degli animali è stata la denuncia.

Durante la puntata il giornalista Luciano Onder, esperto di medicina e salute, ha infatti rilasciato alcuni consigli ad una giovane donna che hanno scatenato l’ira dell’Anmi: “Metta in pensione il suo gattino, il suo gatto, il suo cane, da sua sorella, da sua nonna, da sua zia, dai suoi genitori, per il periodo, per i 10-15 mesi in cui programma e aspetta il bambino”.

La vicenda è semplice: durante la puntata una donna presente in studio chiede consiglio a Onder: sta progettando una gravidanza insieme al marito e si chiede se vi sia possibilità che il cane o il gatto possano trasmetterle la toxoplasmosi. Scrive Ilaria Lonigro su Donne di Fatto:

“Il giornalista le spiega che, grazie alle analisi del sangue, può sapere se stare tranquilla o no con il proprio animale. Se ha già avuto la toxoplasmosi, infatti, sarebbe automaticamente difesa perché avrebbe gli anticorpi. In caso contrario, oltre a lavare sempre bene frutta e verdura ed evitare la carne cruda, la donna deve “mettere in pensione” gli animali da compagnia per dieci o quindici mesi, secondo Onder. “Da brava donna responsabile, seria, madre di famiglia, cane e gatto non vanno d’accordo con una gravidanza programmata e seria” conclude il suo intervento il giornalista”

Ed è proprio da queste dichiarazioni che è scaturita l’ira dell’Anmvi:

“Marco Melosi, presidente dell’associazione dei veterinari, spiega a ilfattoquotidiano.it: “E’ un vecchio retaggio quello del gatto come rischio per la gravidanza, ormai i meccanismi di trasmissione della toxoplasmosi sono stati capiti meglio. Il toxoplasma è un parassita dei gatti e viene eliminato attraverso le feci in forma di ovocisti, che contaminano l’ambiente esterno”.

Qual è il rischio che si corre mangiando gli ovocisti? “Mangiare alimenti contaminati da ovocisti, nei primi tre mesi di gravidanza, può portare all’aborto. E’ importante quindi che la donna non li ingerisca”. Ma il problema, assicura il presidente di Anmvi, non è il gatto domestico. “Il vero rischio – dice – sono le verdure non lavate o gli alimenti crudi, la carne su tutti”.

Via libera a gatti e cani in gravidanza, secondo Marco Melosi: “Il gatto casalingo, che si nutre di crocchette o scatolette, difficilmente contrae il toxoplasma. Inoltre le ovocisti sono termolabili, difficilmente resistono”. Non solo: “Affinché le ovocisti eliminate dal gatto con le feci rappresentino un rischio – aggiunge Melosi – devono rimanere 2 o 3 giorni nelle feci. Questo non accade se la lettiera viene cambiata ogni giorno. E poi, quando il gatto ingerisce ovocisti, le elimina per 10-15 giorni una sola volta nella vita. Insomma, il rischio è davvero ridotto a zero”.

E conclude: “Per togliere dubbi, si possono comunque fare analisi del sangue sia alla mamma che al gatto. La cosa più grave che ha detto Onder è quella di allontanare gli animali domestici: è puro allarmismo, un messaggio scorretto sia dal punto di vista medico che del rapporto uomo-animale”.

Luciano Onder ha voluto tuttavia replicare in merito alla questione:

“Se una donna che progetta una gravidanza fa le analisi e scopre di non aver mai avuto la toxoplasmosi, deve prendere le sue precauzioni. Oltre a non mangiare carne cruda e lavare bene frutta e verdura, deve stare estremamente attenta a cani e gatti: sono veicoli, come gli altri mammiferi, basta prendere un qualsiasi libro di ginecologia per saperlo. Avete mai visto un bambino colpito da toxoplasmosi? Non ha il cervello, è sordo, cieco, non parla. Anch’io ho un cane bellissimo. Ma la vita di un solo bambino vale più di ogni altra cosa”.