Roma – A Scuola con lo Chef Riccardo Scevaroli: La Viennoiseries.
(a cura di Maria Antonella Calopresti).
Terzo appuntamento con il Maestro Riccardo Scevaroli. Dopo il Lievito Madre, il Lievito di Birra, la Biga e il Poolish oggi ci parla della Viennoiseries
Viennoiseries.
Con viennoiseries si descrive una intera categoria di dolci in cui ricadono anche i lievitati sfogliati (croissant, cornetti, pain au chocolat e pasta danish) oggetto di questa lezione.
Il termine coniato in Francia distingue una serie di dolci lievitati nati sotto l’impero austriaco e successivamente perfezionati in Francia e di grandissima diffusione a Parigi grazie alla boulangerie Viennoise.
E’ necessario aprire un breve approfondimento teorico sulle farine per comprendere con alcuni spunti la loro importanza nella riuscita dei lievitati sfogliati e nei lievitati in generale.
Le farine sono fondamentali nei lievitati e la loro qualità è determinata dalle proteine contenute e dall’equilibrio che si determina fra gliadina (estensibilità ed elasticità) e glutenina (tenacità).
Farine deboli (fino indicativamente a W 170) reggono lievitazioni brevi, farine di media forza, forti e rinforzate reggono invece lievitazioni prolungate grazie alla capacità di formare una fitta maglia glutinica, resistente ed al tempo stesso elastica.
Quindi farine di adeguato W (forza della farina ottenuto con alveografo di Chopin, è l’area sottesa dal grafico che mette in relazione P ovvero resistenza dell’impasto con L estensibilità dell’impasto) che nei lievitati è elevato (dai 300 ai 420 in funzione della ricetta e dell’impasto ricercato) e valori di P/L equilibrati (che nei lievitati si attesta fra 0,55-0,65) danno impasti che grazie alla lunga lievitazione e maturazione sono ben sviluppati, digeribili e di un ottimo colore grazie anche all’alto contenuto di glucidi che partecipano alla reazione di Maillard.
In ambito professionale, e lo cito per chi magari farà corsi dedicati di approfondimento, un altro parametro che viene valutato prima di avviare un bilanciamento di ricetta è il falling number o indice di caduta che è rappresentativo dell’attività amilasica della farina ovvero banalizzando della sua capacità di formare quantità di zuccheri in impasto dovuta all’azione fermentativa degli enzimi amilasi.
Il falling number serve per comprendere se l’attività amilasica è nella norma, oppure se è troppo alta (in tal caso l’impasto sarebbe colloso e si avrebbe uno sviluppo limitato e una colorazione intensa) richiedendo di intervenire sull’impasto con uso di malto e aumentando l’acidità dell’impasto stesso per inibire l’attività enzimatica. Idem una attività amilasica troppo bassa ci dà ovviamente impasti con sviluppo limitato e richiede correzioni con malto e sui tempi di fermentazione per correggere il risultato voluto.
Non c’è relazione diretta tra forza e falling number anche se in generale farine forti hanno una attività amilasica bassa e farine deboli alta se messe a confronto.
Quindi riassumendo la forza della farina influenza.
a) quantità necessaria di acqua e tempi di impastamento.
b) variazione dell’impasto nelle fasi di fermentazione, formatura, lievitazione e cottura e conseguente -sviluppo finale (volume, forma e alveolatura).
Indicativamente, le farine usate nei lievitati hanno assorbimento (quantità di acqua minima per formare impasto asciutto) intorno al 55 – 63% e idratabilità (capacità di trattenere l’acqua di impasto) intorno al 70%.
Da quanto ci siamo detti è quindi fondamentale nella preparazione di un lievitato imparare a conoscere la consistenza di un impasto, regolarsi con l’inserimento dei liquidi e capire la corretta idratabilità della farina utilizzata che può variare in funzione di diversi parametri fra cui anche e soprattutto conservazione e stoccaggio.
Fra i vari dolci ho scelto di presentare la Pasta Danish, una pasta ricca in uovo e burro, con la quale vengono in generale realizzate girandole, fagottini, trecce,… etc, che ci permetterà di prendere confidenza con il capitolo dei lievitati sfogliati.
La loro sostanziale differenza, rispetto alla pate a croissant, è legata alla quantità di burro di laminazione (il 27% nella pasta danish vs 33% della pate a croissant) ed alla quantità di uova (assenti nella ricetta originale della pate a croissant e in minor quantità di quelle presenti nei cornetti).
Si ha così un prodotto rispetto alla pate a croissant più morbido, e con un sapore di burro meno marcato.
Partiamo da una ricetta tradizionale, non troppo elaborata, e vediamo come affrontare con maggiore dettaglio i passaggi tecnici dove si verificano le maggiori difficoltà. Faremo poi una veloce analisi critica della ricetta per capire come viene formulata e per capire se è ben bilanciata per lo scopo.
Danish francese con lievito di birra.
| Farina W300 p/l 0,5 | 1000 g |
| Latte fresco intero | 350g |
| Uova | 200 g |
| Lievito | 40 g |
| Burro 85% mg | 350 g |
| Zucchero | 100 g |
| Sale | 20 g |
| Vaniglia | 4 g |
| Arancia grattugiata | 5 g |
| Burro per sfogliatura | 600 g |
| Per lucidare: | 1 uovo, 10 g panna (o latte fresco intero in alternativa) |
In questo caso vediamo un impasto diretto, ovvero dove si inserisce il lievito direttamente in macchina con gli altri ingredienti senza passare da biga, poolish o lievito madre. Ho fatto questa scelta per eliminare una difficoltà iniziale vista la difficoltà della laminazione per chi la affronterà le prime volte.
Inserire in planetaria zucchero, uova, latte farina e lievito lavorando sino a formazione della maglia glutinica. Nel frattempo rendere il burro cremoso e mescolarlo con il sale e l’arancia grattugiata. Inserire lentamente nell’impasto formato e lavorare fino a completo assorbimento.
Far lievitare l’impasto a tutta massa per 2 ore circa a 24° C e con umidita’ elevata (75-80%).
Mettere in frigorifero per 12 ore a 4° C.
Prendere il burro per sfogliatura, laminarlo (stenderlo) a circa 7 mm fra due pezzi di carta da forno e porre in frigorifero a riposare per cristallizzare nuovamente.
Stendere la pasta a rettangolo, posare il burro sui 2/3 della superficie ed effettuare una piega a 3, con la parte senza burro verso il centro e quella con il burro sopra essa.
Laminare facendo 3 giri di pieghe da 3 (altrimenti dette pieghe semplici) tenendo lo spessore della pasta a circa 1,5 cm e con un riposo fra ciascuna delle pieghe di 30 minuti in frigorifero.
Dopo la terza piega far riposare ancora 30 min in frigorifero e poi stendere la pasta a circa 3-4 mm di spessore, tagliare e dare la forma voluta.
Far lievitare per 2-3 ore a 24-26° C in presenza di umidita’ (per impedire che si faccia la crosta superficiale).
Farcire con crema, marmellata etc.; lucidare con la doratura di uova e latte con un pizzico di sale e cuocere per 18-20 minuti circa a 190-200° C.
Lucidare subito con gelatina di albicocche o sciroppo di zucchero non appena sfornate.
Vediamo ora qualche piega classica come si può fare…ho fatto un po’ di origami per essere il più comprensibile possibile e vi suggerisco di provarci prima di farlo con la pasta per acquisire la dovuta dimestichezza.
Passate un lembo sotto l’altro e fate pressione per bene per farli aderire. Attenzione a non sovrapporre i tagli per non tagliare via la parte centrale, se non vi sentite sicuri con il coltello trinciante usate i primi tempi lo spelucchino per frutta.
Piegare sulla linea di mezzeria arancione e portare l’angolo verso il centro e fare aderire bene.
Farcire il centro con crema pasticcera e albicocca sciroppata oppure secondo la vostra fantasia
Voilà! Ecco il risultato finale!
Veniamo ora a qualche approfondimento di carattere pratico.
Da notare.
Qualche dettaglio tecnico per l’analisi di una ricetta.
Tutte le lezioni di Pasticceria su Ladyblitz
1° Lezione sulla Frolla cliccare qui
2° Lezione sulla Frolla cliccare qui
3° Lezione sulla Frolla cliccare qui
1° Lezione sui Lievitati cliccare qui
2° Lezione sui Lievitati cliccare qui
Lezione sulla Viennoiseries cliccare qui
Lezione sui Croissant cliccare qui
Lezione sul Panettone cliccare qui
1° Lezione sui Bignè cliccare qui
2° Lezione sui Bignè cliccare qui
1° Lezione sulla Crema Pasticcera cliccare qui
2° Lezione sulla Crema Pasticcera cliccare qui
1° Lezione sulla Pasta Sfoglia cliccare qui
2° Lezione sulla Pasta Sfoglia cliccare qui
In collaborazione con il gruppo Facebook “Quelli che non solo dolci”.
Se volete fare delle domande ai Maestri Massimo Zoli o Riccardo Scevaroli potete scrivere a ladyblitz.food@gmail.com
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