Vip alla guida: quando l'esempio non è dei migliori

Vip alla guida: quando l’esempio non è dei migliori

14 Ottobre 2015 - di aavico

ROMA – Ricorre proprio in questi giorni l’anniversario dei 60 anni dalla prematura scomparsa di James Dean, morto il 30 settembre del 1955 a soli 24 anni mentre era alla guida della sua Porsche 550 Spider sulla Route 466, in California.

Nonostante per alcuni incidenti a volte si possa parlare appena di tragiche fatalità, perlomeno nel caso di episodi altrettanto celebri in cui persero la vita autentiche icone del XX secolo come Grace Kelly (1982) e Lady Diana (1997), il terribile impatto frontale che vide protagonista la star di Gioventù Bruciata costituisce certamente uno degli episodi più famosi, nell’immaginario collettivo, su cui si fonda lo stereotipo di una vita dei personaggi famosi costellata spesso da eccessi di vario tipo – in questo caso di velocità – pare infatti che l’auto del divo ribelle viaggiasse ad una velocità ben superiore a quella consentita. Puntualmente, il circo mediatico torna a parlare del tema della sicurezza in auto quando personaggi più o meno noti si rendono protagonisti di peripezie al volante, e ancor di più quando risultano comprovati abusi di vario tipo.

La lista è lunga, e negli ultimi anni, tra le figure al centro dell’attenzione per le loro discutibili condotte, come dimenticare Paris Hilton e Lindsay Lohan, entrambe arrestate per guida in stato di ebbrezza a Los Angeles (la seconda anche con la patente scaduta e in possesso di droga)? Agli onori della cronaca, e non per meriti artisti in questo caso, ritroviamo anche Mel Gibson, pizzicato alla guida con un tasso alcoolico al di sopra dei limiti consentiti, e la figlia della stella del soul Lionel Richie, Nicole, fermata dopo aver corso contromano su un’autostrada di Los Angeles sotto l’effetto di stupefacenti.

Se le statistiche indicano chiaramente l’uso di alcool e droga tra le principali cause di condotte pericolose alla guida, negli ultimi anni si è registrato però un incremento degli incidenti che hanno come fattore comune l’uso in automobile di cellulari e smartphone, responsabili di disattenzioni, che spesso possono costare molto care.

Ancora una volta, purtroppo, il patinato mondo delle celebrità offre esempi non certo edificanti, perlomeno se pensiamo alla recente moda di scattare e condividere in rete selfie all’interno del proprio abitacolo, che sembra aver contagiato divi internazionali e nostrani, da Avril Lavigne a Elisabetta Canalis, passando per Ayda Yespica e Anna Tatangelo.

Se anche voi, per noia o vanità non riuscite a resistere alla tentazione di immortalarvi in quello che potremmo a tutti gli effetti definire un “auto…scatto”, sappiate che nel solo 2014, secondo Aci e Istat, circa il 20% degli scontri avvenuti tra veicoli sono stati causati dall’uso del telefonino, e che nella migliore delle ipotesi, il vostro narcisismo rischia di costarvi cinque punti della patente e una multa fino a 200 euro.

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