HARRISBURG – Non conta tanto quanto si mangia ma soprattutto quando si mangia. Alcune diete l’avevano già notato, tanto da prescrivere ai loro pazienti una sola regola: mangia quel che vuoi ma prima delle 5 di pomeriggio.
Adesso arriva la conferma scientifica, da uno studio dell’Institute for Translational Medicine and Therapeutics della Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania.
I ricercatori hanno osservato gli effetti del cibo su alcuni topi da laboratorio, ed è venuto fuori che la perdita del gene orologio Arntl, noto anche come Bmal1, dalle cellule di grasso porta all’obesità.
Gli studiosi hanno quindi scoperto che un cambiamento anche piccolo negli orari dei pasti, spostati verso quello che è normalmente il tempo dedicato al riposo (e quindi la notte) porta i topi ad immagazzinare più energia e grassi, senza consumare calorie.
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