Pidocchi, capelli sporchi non c'entrano: ecco come si trasmettono

Pidocchi, capelli sporchi non c’entrano: ecco come si trasmettono

1 Settembre 2014 - di Mari

MILANO – Le scuole riaprono e torna la paura dei pidocchi. Come fare a difendersi? Il Corriere della Sera ha chiesto qualche consiglio a Stefano Veraldi, direttore della Scuola di Specializzazione in Dermatologia e Venereologia dell’Università di Milano.

Innanzitutto bisogna sapere che i pidocchi si trasmettono tramite contatti diretti o scambiandosi i pettini e le spazzole, cappelli o cuscini. Ma va ricordato che i pidocchi sono tanto fastidiosi quanto innocui. E non è vero che colpiscono chi si lava poco.

Ad essere più esposti sono i bambini che frequentano luoghi affollati, come asili, scuole, colonie. Con la pubertà, infatti, la produzione di sebo, acidifica il cuoio capelluto, rendendo più difficile la vita ad eventuali pidocchi. 

Come si riconosce un pidocchio? Spiega il professor Veraldi:

“Il pidocchio che vive sul capo è abbastanza facile da riconoscere: ha un colore che varia dal bianco sporco al grigio, si attacca soprattutto alla base del capello e vi depone le uova che sono lunghe poco meno di un millimetro, ovali e grigio-bianche. Le zone predilette sono quelle più ricche di capelli: la nuca e dietro le orecchie”.

Quando c’è una infestazione in corso le uova devono essere a contatto con la base del capello. Se è così si può procedere con i trattamenti con diversi prodotti. Ma per Veraldi

“quelli realmente efficaci contengono permetrina, piretrina o malathion oppure sostanze, quali i siliconi, che asfissiano il parassita. In genere, è meglio preferire i prodotti in schiuma, crema o gel, perché,restano adesi a cuoio capelluto e capelli più a lungo. In genere si fa una prima applicazione e poi, dopo circa una settimana, si ripete il trattamento. Poco gradita, ma sempre utile è l’attenta rimozione meccanica delle uova con un pettine a denti fitti. Infine, un ultimo mito da sfatare: non esistono rimedi preventivi per evitare l’infestazione. Meglio controllare periodicamente la testa dei propri figli, soprattutto durante il periodo scolastico”.