MILANO – Lo rivela il secondo Rapporto sulla coesione sociale presentato da Inps, Istat e ministero del Lavoro. Nel 2010, in media gli uomini hanno percepito una retribuzione più elevata (1.407 euro) rispetto alle italiane (1.131 euro), circa il 20% in più. Non solo. Il 71,3% del lavoro familiare delle coppie è ancora a carico delle donne: se avevamo dei dubbi, l’Istat conferma infatti il gap che divide uomini e donne in Italia e che rende così difficile da noi, per una donna, conciliare il tempo del lavoro con quella della cura familiare. In media, giornalmente, tra lavoro e attività domestica, la donna lavora un’ora e 3 minuti in più del suo partner quando entrambi sono occupati. Per le coppie con figli il divario di tempo sale a un’ora e 15 minuti. La maternità poi è legata quasi sempre a un contratto a tempo indeterminato per le lavoratrici dipendenti. Secondo il Rapporto, nel 2010 sono state circa 380 mila le lavoratrici dipendenti che hanno beneficiato dell’astensione obbligatoria per maternità. Fra le neo-mamme, il 91% ha un contratto a tempo indeterminato (e vive al Nord nel 58% dei casi), il 9% a tempo determinato (di cui il 52% concentrato nel Sud e isole). Questo conferma il fatto, se ce n’era bisogno, che la diminuita natalitò è strettamente dipendente dalla minor diffusione del “posto fisso” con le garanzie che questo sottintende in caso di maternità.
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