Salute

Alzarsi dalla sedia ogni mezz’ora migliora i livelli di zucchero nel sangue

Alzarsi dalla sedia ogni mezz’ora può aiutare a migliorare i livelli di zucchero nel sangue e la salute generale.

Chi fa una vita sedentaria anche a causa del lavoro non dovrebbe mai rimanere a lungo seduto.

Ogni ora trascorsa seduti o sdraiati aumenta il rischio di sindrome metabolica e diabete di tipo 2, affermano gli autori dello studio pubblicato sull’American Journal of Physiology-Endocrinology and Metabolism, citato da Medical X Press.

Muoversi durante quelle ore sedentarie è un modo semplice per migliorare la sensibilità all’insulina e ridurre le probabilità di sviluppare la sindrome metabolica, gruppo di condizioni che possono portare a malattie cardiache, diabete, ictus e altri problemi di salute.

L’autore senior dello studio, il dott. Erik Naslund, ha spiegato:

“Interrompere uno stile di vita sedentario ha benefici metabolici positivi negli esseri umani che vivono liberi, quindi è utile non sedersi tutto il giorno, alzarsi e muoversi”.

I risultati hanno mostrato che un modesto intervento di esercizio di tre minuti ogni 30 minuti ha comportato un piccolo miglioramento della glicemia e delle fluttuazioni di zucchero nel sangue.

Lo studio su sedentarietà e livelli di zucchero nel sangue.

Nella ricerca sono stati seguiti 16 adulti obesi che conducevano uno stile di vita sedentario o avevano un lavoro dove stavano seduti tutto il giorno.

I partecipanti hanno svolto attività di intensità da bassa a moderata, come camminare o salire le scale.

I ricercatori hanno poi confrontato coloro che erano attivi con un gruppo che non faceva pause di attività.

Le persone nel gruppo attivo avevano meno picchi e cali nella glicemia, che potrebbero essere il risultato di un miglioramento del flusso sanguigno.

Attività motoria rimedio a ansia e depressione da lockdown.

Se durante il lockdown dello scorso anno le persone avessero potuto mantenere gli stessi livelli di attività motoria, si sarebbero potuti evitare fino al 21% dei casi gravi di ansia o depressione.

È il risultato dell’indagine ‘Io conto 2020’ condotta fra studenti e dipendenti delle università di Pisa, Firenze, Torino, Genova e Messina, pubblicato lo scorso marzo sulla rivista scientifica Plos One.

Silvia_Di_Pasquale

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