NEW YORK – Si chiama “iGobba” e persino l’autorevole quotidiano americano New York Times le ha dedicato un articolo. Stiamo parlando della gobba causata anche nei giovanissimi dall’utilizzo di smartphone e tablet. La postura sbagliata, con il collo perennemente a sessanta gradi, è solo uno degli effetti della contemporanea propensione alla tecnologia. Ci sono anche depressione, cattivo umore e apatia.
Nell’articolo, ripreso da Cristiana Salvagni su Repubblica, si sottolinea “come il tuo iPhone ti sta rovinando la postura e l’umore”. La definizione di iGobba è
“stata coniata dal fisioterapista neozelandese Steve August e indica quella posizione innaturale che viene assunta ogni volta che controlliamo il telefono. E che può avere conseguenze nefaste sulla nostra salute e sul nostro stato d’animo. Il motivo? La testa di un adulto pesa in media tra i 4,5 e i 5 chili, ma quando la incliniamo in avanti di 60 gradi, come succede leggendo sul cellulare, il collo deve sopportare un peso pari a 27 chilogrammi. Questo secondo August spiega perché molti adolescenti inizino a manifestare la gobba, cioè un inarcamento della schiena dovuto a una postura sbagliata. Un problema che fino a qualche anno fa riguardava per lo più gli anziani, che in decenni trascorsi chini su libri o quaderni avevano sviluppato questa deformazione”.
Ma i problemi per la salute non finiscono qui, perché usare troppo smartphone e tablet mina anche l’umore, provocando persino depressione e apatia.
“Gli studi hanno mostrato come una posizione contorta sia comune tra chi soffre di depressione. Una ricerca condotta cinque anni fa in Brasile ha evidenziato che le persone depresse tendono a inclinare il collo in avanti, a piegare le spalle e tenere le braccia verso il centro del corpo. Un altro esperimento dell’Università di Auckland, in Nuova Zelanda, ha dimostrato che coloro che siedono incurvati hanno poca autostima, sono impauriti e pessimisti. Mentre chi sta in posizione dritta affronta meglio lo stress.
Non solo. La posizione influisce sulle nostre performance: uno studio svolto in Giappone ha mostrato come gli alunni che sulla sedia mantengono una postura corretta, quella “dritta” tanto raccomandata dalle nonne, svolgono i compiti in modo migliore rispetto agli altri. Ed è qui che casca l’asino dell’efficienza. Se stare sempre appiccicati a tablet e cellulari dà l’impressione di rendere più produttivi, Cuddy spiega che così non è. Usare anche per brevi periodi dispositivi portatili può avere l’effetto contrario, perché mina la determinazione a portare a termine un lavoro”.
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