Salute

Insonnia nella mezza età potrebbe portare a problemi cognitivi nell’anzianità

L’insonnia nella mezza età potrebbe portare a problemi cognitivi nell’anzianità. Lo evidenzia una ricerca dell’Università di Helsinki, pubblicata sul Journal of Aging and Health, citata dal sito Medical X Press. Gli studiosi hanno analizzato lo sviluppo dei sintomi dell’insonnia nella mezza età e i loro effetti sulla memoria, sulla capacità di apprendimento e sulla concentrazione dopo il pensionamento. Il periodo di follow-up è stato di 15-17 anni.

Secondo lo studio, i sintomi dell’insonnia a lungo termine e il successivo funzionamento cognitivo scarso possono avere una connessione. La ricerca ha anche messo in luce che i problemi di memoria, quelli di apprendimento e di concentrazione aumentavano con il prolungarsi dei sintomi dell’insonnia. Basti pensare al fatto che una sola notte di sonno a singhiozzo fa calare in modo evidente l’attenzione, la memoria e l’abilità di apprendimento della giornata seguente.

“I risultati indicano che gravi sintomi di insonnia erano associati a una funzione cognitiva peggiore tra coloro che erano in pensione legale”, afferma il ricercatore di dottorato Antti Etholén, descrivendo i risultati dello studio. “Sulla base dei nostri risultati, sarebbe giustificato un intervento precoce per affrontare i sintomi dell’insonnia o misure volte a migliorare la qualità del sonno”, aggiunge la professoressa Tea Lallukka. “Negli studi successivi, sarebbe interessante chiarire ulteriormente, ad esempio, se il trattamento dell’insonnia può anche rallentare lo sviluppo di disturbi della memoria”, afferma Lallukka.

Insonnia e diabete

Dormire poco aumenta il rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2, la forma più diffusa della malattia. I disturbi del sonno sono stati identificati come fattore di rischio in uno studio pubblicato sulla rivista Diabetologia da Susanna Larsson e Shuai Yuan dell’istituto Karolinska di Stoccolma. E’ emerso che chi soffre di insonnia ha un rischio del 17% maggiore di ammalarsi di diabete. Il rischio è solo in parte attribuibile agli effetti negativi, già noti agli esperti, che i disturbi del sonno hanno sul peso corporeo (diversi lavori hanno dimostrato che dormire poco o male favorisce l’aumento di peso, influenzando anche l’alimentazione).

Silvia_Di_Pasquale

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