Salute

Dormire poco riduce i benefici dell’attività fisica: lo studio

Dormire poco riduce i benefici dell’attività fisica. Muoversi regolarmente può proteggere dal declino cognitivo con l’avanzare dell’età, ma questo effetto protettivo può essere ridotto nelle persone che non dormono abbastanza. Lo evidenzia uno studio pubblicato su The Lancet Healthy Longevity, che ha esaminato la funzione cognitiva nell’arco di 10 anni in 8.958 persone di età pari o superiore a 50 anni in Inghilterra.

I ricercatori hanno studiato come le diverse combinazioni del sonno con l’attività fisica possono influenzare la funzione cognitiva delle persone nel tempo. Quelle che erano più attive fisicamente ma avevano un sonno breve, in media meno di sei ore, avevano un declino cognitivo più rapido. Dopo 10 anni la loro funzione cognitiva era equivalente a quella dei coetanei che facevano meno attività fisica.

L’autrice principale della ricerca, la dott.ssa Mikaela Bloomberg, ha dichiarato: “Il nostro studio suggerisce che potrebbe essere necessario dormire a sufficienza per ottenere tutti i benefici cognitivi dell’attività fisica. Mostra quanto sia importante considerare il sonno e attività fisica insieme quando si pensa alla salute cognitiva”.

“Gli studi precedenti – prosegue – che esaminavano come il sonno e l’attività fisica potrebbero combinarsi per influenzare la funzione cognitiva erano principalmente trasversali, concentrandosi solo su un’istantanea nel tempo, e siamo rimasti sorpresi dal fatto che un’attività fisica regolare potrebbe non essere sempre sufficiente per contrastare gli effetti a lungo termine della mancanza di sonno sulla salute cognitiva”.

Il coautore, il professor Andrew Steptoe, ha dichiarato: “È importante identificare i fattori che possono proteggere la funzione cognitiva nella vita media e successiva in quanto possono servire a prolungare i nostri anni cognitivamente sani e, per alcune persone , ritardare una diagnosi di demenza”.

“L’Organizzazione mondiale della sanità identifica già l’attività fisica come un modo per mantenere la funzione cognitiva, ma gli interventi dovrebbero anche considerare le abitudini del sonno per massimizzare i benefici a lungo termine per la salute cognitiva”, conclude Steptoe. Fonte: Medica X Press.

Silvia_Di_Pasquale

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