Salute

Caffè, un aiuto contro glicemia alta e diabete

ROMA – Tenere bassi i livelli di glicemia nel sangue quando si ha il diabete è molto importante. A tal proposito, diversi studi hanno dimostrato che il caffè è un ottimo alleato contro la glicemia alta e per prevenire il diabete. Tutto merito del “cafestolo”, una sostanza che si trova nel caffè e che sarebbe in grado di ridurre la glicemia e aumentare la produzione di insulina. Addirittura quattro tazze di caffè al giorno sarebbero in grado di ridurre il rischio diabete del 25%.

Questa sostanza, in altre parole, sarebbe capace di promuovere la produzione di insulina e il controllo glicemico (ovvero della concentrazione di zuccheri nel sangue) riducendo così il rischio di sviluppare la malattia.

L’ultima recente ricerca in merito è stata condotta da Fredrik Brustad Mellbye del Policlinico universitario di Aarhus, in Danimarca, e pubblicata sul Journal of Natural Products nel 2017. Ma sono tantissimi gli studi che hanno messo in luce l’efficacia del caffè contro il diabete. In passato diversi studi epidemiologici hanno suggerito che bere regolarmente caffè riduce il rischio di ammalarsi di diabete. 

Nell’esperimento, durato in tutto dieci settimane, i ricercatori hanno sperimentato il loro assunto su tre gruppi di topolini tutti ad alto rischio di ammalarsi di diabete, a cui sono stati somministrati rispettivamente 1,1 milligrammi al giorno di cafestolo, 0,4 milligrammi di cafestolo al dì, e nessuna sostanza (gruppo di controllo).

Dopo le dieci settimane i primi due gruppi (i topini che avevano assunto la sostanza contenuta nel caffè) presentavano una riduzione della glicemia tra il 28 e il 30% rispetto al gruppo di controllo. Inoltre il primo gruppo (che assumeva la dose maggiore di cafestolo) presentava un aumento del 42% della sensibilità all’ormone che controlla lo zucchero nel sangue (insulina) , un buon segnale protettivo contro la malattia.

Infine gli esperti hanno visto che i topini che hanno assunto cafestolo hanno quasi raddoppiato (+75-84%) la loro produzione di insulina. La scoperta suggerisce che il cafestolo potrebbe divenire sia un’arma per ridurre il rischio di ammalarsi di diabete, sia un farmaco per chi è già malato.

Claudia Montanari

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