NEW YORK – I ricordi non servono tanto a creare un‘identità personale, quanto a modellare il futuro. La scoperta arriva dall’Università di Harvard. Il professor Daniel Schacter ha capovolto i precedenti studi sul ruolo della memoria.
La nuova tesi è dimostrata anche dalla vicenda di un paziente del professor Endel Tulving, docente del Roman Research Institute di Toronto. Il professor Tulving ebbe un paziente che soffriva di amnesia. Quest’uomo, però, non soltanto aveva perso la memoria episodica, cioè quella su cui si fonda l’autobiografia interiore, ma si dimostrava anche incapace di immaginare il proprio futuro.
Questa nuova scoperta rivelerebbe il ruolo fondamentale della memoria anche nel prendere decisioni. La memoria autobiografica influenzerebbe anche i nostri giudizi sulle persone, e gioca un ruolo primario nella nostra capacità di adattarci all’ambiente che ci circonda.
Proprio per tutti questi motivi anche la memoria autobiografica si evolve, cambia in base al nostro vissuto. I ricordi subiscono dei continui aggiustamenti per essere più conformi all’immagine che abbiamo di noi stessi.
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