Le dipendenze affettive possono avere un impatto devastante sulla psiche di chi le subisce. Possono essere legate a ansia e depressione, oltre ai disturbi alimentari. Un problema che per secoli si è archiviato come mal d’amore, ma dietro il quale spesso si nasconde un approccio alle relazioni errato. “Amore non è né dipendenza né possesso. È alleanza. È incontro. La fragilità può creare situazioni sbagliate e per questo dobbiamo combatterla con risorse psicologiche“. Queste le parole di David Lazzari, presidente del Cnop, Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi.
Lazzari spiega che sono in aumento donne e uomini che chiedono aiuto psicologico, anche per temi legati a una eccessiva dipendenza affettiva e a una modalità sbagliata di gestione dei rapporti di coppia, non basata sul rispetto e pari dignità tra i partner. Mettersi a nudo su problematiche come queste, che possono sfociare in comportamenti errati e nella violenza, non è ancora oggi facile perché a volte non vi è consapevolezza piena di vivere un problema.
Spesso il problema è la fragilità, che fa vivere l’amore come dipendenza, da contrastare anche rendendo i servizi psicologici più disponibili gratuitamente nelle strutture pubbliche, così come nelle scuole. Secondo il presidente del Cnop “i giovani rappresentano un terreno su cui bisogna seminare bene e la scuola è uno dei luoghi dove si può fare prevenzione e promozione di una sana crescita psicologica”. Si quindi a “programmi sul rispetto, l’educazione sentimentale, ma servono interventi più strutturali, perché oggi c’è un disagio molto diffuso, che contribuisce a creare fragilità”. In parallelo occorre ad esempio “fornire alle famiglie supporti quando servono”.
“Una volta c’erano i consultori familiari -specifica Lazzari-, adesso si parla di psicologo di base. Nelle famiglie dove ci sono conflitti e problemi, c’è necessità di un aiuto che potrebbe in molti casi essere importante per prevenire situazioni di violenza. Ma se oggi l’aiuto psicologico è solo nel privato e solo a pagamento, si capisce bene che tante situazioni vengono tagliate fuori. Anche se vi è comunque un’evoluzione culturale sui temi della violenza, che c’erano anche in passato e che oggi giustamente fanno molto più rumore. Non riusciamo ad accogliere l’idea di vivere in una società dove la donna è oggetto di violenza, psicologica o fisica”. FONTE ANSA.
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