ROMA – In 60 città di 12 Paesi diversi, da Instanbul a Melbourne, da Leipzig a Mindanao, sabato 29 giugno si è tenuta la prima manifestazione globale per porre fine all’era del carbone. In Italia si sono svolte manifestazioni a Brindisi, Civitavecchia, La Spezia, Padova e Palermo.
“End the Age of Coal” – questo il nome della giornata di mobilitazione internazionale, nonché lo slogan che ha unito la protesta in tutti i continenti – esprime la volontà chiara di molte persone, in ogni angolo del Pianeta, di consegnare al passato una fonte energetica il cui utilizzo è il primo fattore di alterazione del clima. Da una settimana, a Istanbul, oltre 500 attivisti provenienti da tutto il mondo stanno lavorando per dare vita a una campagna davvero globale contro il carbone. Il “Global Power Shift”, questo il titolo del meeting, è stato promosso da 350.org con la collaborazione di 45 associazioni tra cui Greenpeace. Il 29 giugno 2013, è stata la prima data in cui in tutto il mondo, si è manifestato contro il carbone, partendo proprio dalla Turchia, dove si è svolta una protesta che ha coinvolto oltre 3.000 persone, tra cui il direttore di Greenpeace International Kumi Naidoo.
“L’opposizione al carbone, la fonte energetica più dannosa per il clima e la salute umana, è ormai un dato globale” afferma Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. “Dalla Turchia, un Paese minacciato da una forte espansione del carbone e dove il diritto al dissenso appare oggi compromesso, sta partendo un’onda di protesta che non si fermerà. Si sta organizzando un movimento internazionale, cui Greenpeace darà tutto il suo sostegno, per archiviare l’era del carbone e dare inizio a una rivoluzione energetica fatta di fonti rinnovabili ed efficienza”.
Quello del carbone è un business sempre più insostenibile: la sua estrazione è causa di distruzione di interi ecosistemi ed è spesso correlata a fenomeni di violazione dei diritti umani; la sua movimentazione minaccia aree fragili del pianeta, come nel caso dell’export australiano che rischia di distruggere la più preziosa barriera corallina del mondo; infine, la sua combustione è responsabile di oltre il 40% delle emissioni di anidride carbonica, a livello globale, primo fattore assoluto di impatto sul clima. Dalle ciminiere delle centrali a carbone fuoriescono anche gas acidi, fuliggine e polveri sottili: ovvero il maggior contributo industriale alla generazione del particolato fine, che penetra in profondità nei polmoni e direttamente nel sangue, che colpisce soprattutto neonati e bambini e causa attacchi cardiaci e cancro al polmone, incrementa gli attacchi d’asma e i problemi respiratori. Da quelle stesse ciminiera fuoriescono anche metalli pesanti tossici come mercurio, piombo, arsenico e cadmio, che aumentano i rischi di insorgenza di malattie oncologiche e danneggiando la crescita dei minori.
Un recente studio realizzato dall’Università di Stoccarda per Greenpeace segnala come in Europa gli impatti sanitari del carbone equivalgono a circa 22.300 morti premature l’anno: ovvero, più di due morti premature ogni ora . Le circa 300 centrali a carbone funzionanti nel continente producono un quarto dell’energia elettrica consumata nell’Unione ma emettono il 70 per cento degli ossidi di zolfo e più del 40 per cento degli ossidi di azoto provenienti dal settore elettrico. Queste centrali sono la fonte di circa la metà di tutte le emissioni industriali di mercurio, di un terzo di quelle di arsenico e producono quasi un quarto del totale delle emissioni europee di CO2. La stessa ricerca dell’Università di Stoccarda evidenzia come l’impatto della produzione italiana di elettricità col carbone è causa di circa 500 casi di morte prematura l’anno in Italia.
In Italia Greenpeace è impegnata in una campagna contro l’Enel, responsabile di circa tre quarti della produzione nazionale di elettricità col carbone. Greenpeace chiede a Enel di dimezzare la sua produzione a carbone entro il 2020 e di azzerarla al 2030; di rinunciare ai progetti di nuove centrali a carbone e di sostituire la sua produzione a carbone con fonti pulite e rinnovabili.

LaSpezia
Padova
Civitavecchia
Civitavecchia 
Volunteers of the Greenpeace group in Leipzig protesting with banner against coal power. They ask people to sign a petition aginst further lignite exploitation in state of Brandenburg. Vattenfall plans to exploit 204 Million tons of brown coal until 2050. Greenpeace Ehrenamtliche der Gruppe Leipzig protestieren am Globalen Anti-Kohle Tag in der Innenstadt. Passanten koennen sich ueber klimaschardliche Braunkohle informieren und eine Petition unterschreiben. Vattenfall plant in der Lausitz fuenf neue Braunkohle-Tagebaue zu eroeffnen. Auf dem Banner steht:"Keine neuen Tagebaue - Energiewende heisst Kohleausstieg".
500 young climate activists from 134 countries together with 3,000 Turkish activists and Greenpeace International Executive Director Kumi Naidoo at a rally in Istanbul to call for an end to the age of coal to protect the climate. The End of the Age of Coal links activists who are fighting against coal plants and mines across the world. More than 70 events in 12 countries today echoed the demand to end the age of coal expressed at the Istanbul rally.
500 young climate activists from 134 countries together with 3,000 Turkish activists and Greenpeace International Executive Director Kumi Naidoo at a rally in Istanbul to call for an end to the age of coal to protect the climate. The End of the Age of Coal links activists who are fighting against coal plants and mines across the world. More than 70 events in 12 countries today echoed the demand to end the age of coal expressed at the Istanbul rally.
Mahan (India)
Day of action against coal - Davao City, Philippines Members of "No to Coal Davao" and Greenpeace march at the historic Freedom Park in Davao City as part of the Day of Action Against Coal. In 12 other counties across the world, communities, business groups and civil society are starting up and taking bold steps to pressure their governments to switch from coal to clean, sustainable, renewable energy.
Brindisi 












