Photocall del film ''O gebo e a sombra''03

Claudia Cardinale, a Venezia il suo 130esimo film

5 Settembre 2012 - di lbriotti

VENEZIA – Con “O Gebo e a Sombra” del maestro portoghese Manoel De Oliveira, Claudia Cardinale festeggia a venezia la sua 130esima pellicola. Fuori concorso alla Mostra, il film è un adattamento dell’opera teatrale di Raul Brandao. A SkyTg24, la Cardinale ha raccontato che la lavorazione ha seguito i tempi e i ritmi del teatro: “Manoel è una persona incredibile, abbiamo fatto il film in soli 25 giorni, mentre di solito ci vuole un mese e mezzo. Abbiamo fatto le scene come a teatro, con riprese che duravano 45 minuti l’una”.

Oltre che protagonista del film di De Oliveira, la Cardinale è a Venezia in qualità di madrina del Green Drop Award, un premio che andrà al film che meglio abbia interpretato i valori dell’ecologia e dello sviluppo sostenibile.

A presentare il film, a Venezia c’è ovviamente anche Manoel De Oliveira. Il regista ha 103 anni: intervistato dal Corriere racconta di essere “vivo e felice di esserlo”, perché “la vita non si spiega, si vive”. Il regista poi aggiunge: “Non ho mai avuto fretta nella vita. Non ce l’ho neanche per morire”. 

A proposito del film De Oliveira che, tra gli altri riconoscimenti, ha ricevuto proprio a Venezia il Leone d’Oro alla Carriera nel 2004, racconta: ?E’ un film che parla di temi molto attuali come la povertà e il denaro. Della fame, bisogno comune a tutti gli uomini, che li spinge ad ogni tipo di azioni”. Il patriarca portoghese racconta anche del suo concetto di denaro: “Il denaro è il motore di ogni cosa -dice- per alcuni è la ragione di vita”.

Per lui, però, è diverso: “A me è indispensabile per fare i film – dice – ma il denaro non è rimasto mai a lungo nelle mie tasche”. A salvarlo, rivela, “è arrivato il cinema”. Nonostante i 103 anni De Oliveira non sembra aver alcuna paura della morte: “E’ un enigma di per sé  –  osserva – come l’aldilà”. Per lui, “cosa ci sarà oltre è una sorpresa. D’altra parte la vita non si spiega, la si vive. E per ora siamo vivi, e felici di esserlo. Non ho mai avuto fretta nella vita – conclude sornione – Non ce l’ho neanche di morire”.

(LaPresse)