ROMA – Levis’ puliti. Non perché sono stati lavati bene in lavatrice, ma perché l’azienda, la maggiore al mondo di jeans, ha deciso di impegnarsi a eliminare le sostanze pericolose nella propria filiera di produzione entro il 2020.
Un successo raggiunto anche grazie alla petizione di oltre 200.000 consumatori che hanno appoggiato la campagna Detox di Greenpeace per una moda pulita.
Levi’s chiederà da subito a quindici dei suoi maggiori fornitori in Cina, Messico e altri Paesi in via di sviluppo di rendere noti i dati dell’inquinamento che essi causano. L’obiettivo è quello di permettere a chi vive vicino a queste fabbriche di ottenere informazioni fondamentali sullo stato di salute delle proprie risorse idriche.
L’impegno di Levi’s è anche quello di rinunciare entro il 2015 ai Pfc, composti perfluorinati, alcuni dei quali sono cancerogeni e con effetti sul sistema nervoso, endocrino e sullo sviluppo dei bambini.
La campagna Detox di Greenpeace chiede alle marche della moda di impegnarsi a non rilasciare, entro il 2020, sostanze chimiche pericolose nell’ambiente, e a chiedere ai fornitori di far conoscere alle comunità che vivono vicino agli impianti di produzione le quantità di queste sostanze rilasciate negli scarichi in acqua.
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